Il TSM inciampa sugli Usi Civici

In data 20 marzo 2021 il presidente della Provincia di Rieti, Mariano Calisse, in un’intervista rilasciata per il Messaggero, aveva reso pubblico che la Provincia di Rieti era pronta a chiudere la Conferenza dei Servizi per procedere con il completamento dell’iter di approvazione del progetto TSM2. In particolare aveva fatto riferimento alla necessità di “limare” la questione relativa agli Usi Civici e all’ottenimento delle relative autorizzazioni al mutamento di destinazione d’uso dei terreni interessati dalla realizzazione degli impianti. 

E’ notizia di poche ore fa che la Direzione Regionale Agricoltura della Filiera e della Cultura del Cibo Caccia e Pesca – Area “Legislativa e Usi Civici” ha risposto al sollecito fatto dalla Provincia – che chiedeva il rilascio delle autorizzazioni entro il 5 aprile – che tale richiesta è “priva di riscontro giuridico procedurale”.

Nel 2017 il quadro normativo e giurisprudenziale è totalmente mutato, per effetto della legge 168/2017 e della sentenza della Corte costituzionale 113/2018, portando alla condizione per cui all’autorizzazione al mutamento di destinazione d’uso del dominio collettivo (usi civici) concorrano anche le Soprintendenze e il Ministero della Cultura.

La Direzione Regionale deputata agli Usi Civici rileva pertanto l’inadeguatezza della procedura adottata ed il mancato coinvolgimento di tutti gli enti competenti in materia, sollecitando un incontro con il RUP della Provincia di Rieti per la Conferenza dei Servizi “al fine di chiarire le questioni sopra evidenziate e concordare modalità operative condivise”. Questioni non di poco conto, in quanto l’autorizzazione del mutamento alla destinazione d’uso dei beni collettivi, rappresenta un presupposto all’apertura della Conferenza dei Servizi, invalidando tutti i pareri e le autorizzazioni già emesse tra cui troviamo anche il parere di compatibilità ambientale della VIA e della VINCA.

Se non viene sciolto questo nodo, andrebbero a mancare le fondamenta del progetto, ovvero la possibilità di intervenire su una buona porzione delle aree interessate dagli interventi, in particolare il collegamento nella Vallonina. Il TSM si sta configurando come un progetto mandato in autorizzazione senza avere la disponibilità delle aree di intervento, come se un privato avesse presentato il progetto di una casa su un terreno non suo.

Grazie alla approfondita analisi condotta dai componenti della Balia dal Collare per portare alla luce tali carenze, con il supporto dell’associazione Salviamo l’Orso e insieme all’intero cartello delle associazioni NOTSM, possiamo dire che finalmente le argomentazioni proposte in merito ad irregolarità nel processo di autorizzazione del TSM hanno trovato riscontro.

Questo è avvenuto nonostante molte volte siamo stati additati come persone che parlavano senza cognizione di causa e senza conoscere il territorio. I fatti dimostrano esattamente il contrario e pretendiamo che vengano rispettate le corrette procedure che tengano conto della legalità e della trasparenza amministrativa.

Balia Dal Collare

Salviamo L’Orso

Associazioni #NoTSM

Il lamento del ghiacciaio: viaggio sul massiccio del Monte Bianco dove le rocce si sgretolano e il ghiaccio diventa acqua

“Nel 1979 venivamo qui per fare palestra di ghiaccio, oggi invece si vedono le rocce”. Luca Argentero, guida alpina di Courmayeur, racconta con un po’ di malinconia un passato neanche troppo lontano. Siamo al ghiacciaio Lex Blanche, in val Veny, una delle valli laterali del Monte Bianco, sul versante italiano. Un fenomeno, quello del ritiro dei ghiacciai, che riguarda l’intero massiccio ed è particolarmente evidente anche in val Ferret. Il suono dell’acqua, il suo scorrere lento ma continuo, quelle rocce fino a pochi anni fa ricoperte di ghiaccio ed ora ben visibili: sono queste le immagini principali che restituisce un viaggio sul gigante delle Alpi. Ma non è certo solo una questione sentimentale. “Il ritiro dei ghiacciai, le temperature più elevate – racconta Mario Ravello, guida alpina e geologo – , sono fattori che incidono anche nella stabilità della massa rocciosa rendendo oggi la montagna più pericolosa”. E ciò che vediamo oggi potrebbe ancora peggiorare. “L’effetto sui ghiacciai delle condizioni climatiche attuali – continua Ravello -, con estati calde e inverni poco nevosi, si vedranno tra una quindicina d’anni”.

di Ilaria Blangetti e Francesco Doglio

TSM2: UNA VERNICIATA DI VERDE – FACT CHECKING

In questi giorni si cerca di fare ampio uso di vernice verde per abbellire il TSM, in molti festeggiano una VINCA come se fosse una vittoria, ma presenta il taglio del nuovo impianto di Sella di Cantalice e forti prescrizioni sul resto.

Rispondiamo si seguito a questi maldestri tentativi apparsi sui social.

 

LE ANTROPIZZAZIONI:

Strada provinciale turistica del terminillo collega Pian de Valli a Campo Stella, in inverno la strada è sempre chiusa e il collegamento avverra’ con piste ed impianti a fune realizzati grazie all approvzione di tsm2.

Strada provinciale: Strada storica che collega Leonessa con Rieti. La strada viene chiusa d’inverno perché non ha visto interventi di manutenzione da tempo. Per questo stesso motivo la strada ha raggiunto un equilibrio con la foresta che la circonda in termini di copertura vegetazionale della volta della faggeta. Gli interventi andranno a rompere questo importante equilibrio.

“Elettrodotto di media tensione che da pian de Valli arriva a fonte nova alta, viene interrato lungo la strada, lasciando libero il territorio che RIUTILIZZIAMO realizzando piste e impianti di Tsm2 nel sedime.”

L’elettrodotto interessa solo 300 m di Faggeta sull’estensione lineare (non considerando le molteplici curve) di 3.600 m di interventi nella Faggeta Vallonina e sui quei 300 m sarà realizzato comunque un impianto a fune, annullando il beneficio dell’interramento, andando comunque a contrastare i livelli di tutela della ZPS considerando i cantieri, la fase di esercizio e la manutenzione.

“Vari impianti di risalita obsoleti, posti nelle zone dei cinque confini , monte terminilluccio, monte terminilletto, Cardito, Fonte Nova, Campo Stella, Monte Tilia, sella leonessa, verranno rimossi e le aree RISANATE.

GLI IMPIANTI SONO: conetto, prato fiorito, anello, parti della est, parti di colle scampetti, Sebastiani, fonte nova, campo scuola, nord, parti della colle di mezzo, sciovia monte tilia e manovia monte tilia, e parti di vecchi impianti dislocati dappertutto.”

Impianti non rimossi a fine vita il cui onere di “smaltimento” è da attribuire ai vecchi proprietari così come il degrado paesaggistico. Sono comunque residui ferrosi ormai riconquistati dalla vegetazione che verranno rimossi garantendo nuovi interventi in aree prive di impianti che non potranno che avere un impatto estremamente maggiore di quanto si andrà a togliere, anche perché molti non sono posti in Faggeta. Non considerando che Conetto, Cardito nord e, in parte, Prato fiorito saranno ricostruiti accanto ai vecchi impianti.

“Manufatti edili, lungo tutta la Vallonina, LOTTIZZAZIONE DI FONTE NOVA con ostelli, albergo, campi da tennis, calcetto, un alberghetto, residences, varie ville, strade di lottizzazione, urbanizzazioni prioritarie, ecc.”

Aree poco frequentate e concentrate spazialmente (costruite quando la tutela non era sufficiente), in equilibrio con la foresta che la circonda in termini di copertura vegetazionale della volta della faggeta (facile da verificare attraverso Google Earth). In Vallonina tra quota 1500 metri e la Sella di Leonessa (a 1900 metri) non sono presenti edifici. Le previsioni di fantamigliaia di frequentatori romperanno il suddetto equilibrio

“Pista di sci di fondo in tutta la Vallonina, valle della meta e le scangive per diversi chilometri.”

Attività che non prevedono rimodellamento del suolo e variazione della copertura della faggeta, ma si adattano al contesto naturale.

“20 fasce e tagliate dove hanno impiantato le teleferiche per esbosco e sono ben visibili sul luogo e da Google Heart.”

Interventi regolarmente autorizzati nella sicurezza del veloce recupero della funzionalità ecologica. Una perturbazione ecologica non può diventare la scusa per peggiorare la situazione.

“Opere di jaccio, paravalanghe e paramassi,”

Opere, queste si, di rilevante interesse pubblico per garantire la sicurezza della strada

“Strade forestali, stradine di servizio all elettrodotto, all’ acquedotto, ecc.ecc.ecc.”

Opere, queste si, di rilevante interesse pubblico per garantire la sicurezza della strada. Interventi di lieve entità e utilizzati solo per manutenzione ed emergenze.

“Sulla zona di prato comune i residences Rialto 1 e 2, ex area arca con manufatti in degrado, rifugio e fontanile comunale, opere dell acquedotto, rifugio Sebastiani, varie strade di accesso ai pali e tralicci elettrodotto, vecchie scarpate mai rinverdite, 12 cabine elettriche, strada per monte elefante con tanto di sbarra, strada per micigliano con tanto di sbarra, strada per monte porcini e maiolica con tanto di sbarra, infinite aree parcheggio da la malga a fonte della pietra.”

Nessuno di questi interventi interessa il Bosco della Vallonina. Quelli citati si annoverano tra gli scempi del passato

“Antropizzazione evidenti, chiunque le vede, la verità salta agli OCCHI. TSM2 È STATO ELABORATO NEL RISPETTO DELLA norma del DM (Pecoraro Scanio) del 17 ottobre del 2007 art 5 lettera M, RICHIAMATA IN QUESTI GIORNI DA TUTTI gli oppositori.”

La verniciata di VERDE non soddisfa gli OCCHI quando comunque dovrebbe soddisfare la MENTE, così come non soddisfa la coerenza con la norma palesemente elusa.

“Essendo la zona antropizzata disturbi ulteriori non ce ne sono, per cui il progetto è semplicemente a norma di legge e corretto. Ad maiora”

Chiunque capirebbe che se creo un collegamento ove ora non c’è, e che questo collegamento sarà utilizzato dai fantamilioni di sciatori, promessi dai proponenti, di disturbi ce ne saranno, eccome.

Inoltre, il tanto decantato RIMBOSCHIMENTO, definito da qualcuno come “prendo gli alberi e li ripianto da un’altra parte” viene realizzato con la messa a dimora di piante giovani, che ricostituiranno il valore ecologico perso tra decenni.

SALVIAMO IL BOSCO DELLA VALLONINA ANCHE DALLE FAKE NEWS

Fonte: https://www.facebook.com/fabio.orlandiarchitetto/posts/3651148321642342 (14/01/2021 00:13)

TSM: il 2021 sancirà l’insostenibilità economica e ambientale del progetto. Si vada verso il riconoscimento del reale valore del Terminillo.

All’alba del 2021, l’annuncio del parere dell’Area Valutazione d’Incidenza della Regione Lazio al Piano di interventi denominato Terminillo Stazione Montana ha fatto brindare tutti i promotori del TSM al successo, in una rincorsa a prendersi il merito di un’autorizzazione che ancora non c’è.

Un parere pubblicato tra spumanti e panettoni, ma che presenta molti passaggi incomprensibili e inaccettabili, primo fra tutti la mancata firma del Dirigente dell’Area Vinca. Il documento è oltretutto debole in molti punti e con aspetti dichiaratamente non valutati aprendo così la possibilità di distruggere svariati ettari di faggeta in Vallonina, in parte tutelati anche dalla Rete Natura 2000, contraddicendo i pareri del 2010 e del 2015 con i quali la stessa Area Vinca aveva bocciato il progetto nella sua interezza.

Come associazioni che seguono da anni il procedimento di VIA, anche con diverse proposte che avrebbero da tempo consentito lo sblocco dei fondi regionali a favore di un rilancio sostenibile per il Terminillo, abbiamo di conseguenza presentato formale diffida agli organi competenti a concludere il procedimento con pareri privi di validità o non ancora acquisiti e senza tenere conto dell’annullamento del Piano Paesistico della Regione Lazio, ad opera della Corte Costituzionale pochi mesi fa, e di numerose autorizzazioni invalidate dall’evoluzione della normativa nei sei anni del procedimento.

L’unica buona notizia che accogliamo favorevolmente è quella del riconoscimento dell’impatto estensivo sulla faggeta, come già evidenziato dalle nostre osservazioni, che ha portato al parere negativo sul collegamento tra la Sella di Cantalice e gli impianti di Campo Stella in Vall’Organo con numerose prescrizioni sugli interventi rimanenti.

Il riconoscimento del valore estensivo delle faggete e dell’annullamento di un Piano Paesistico, che è stato bocciato proprio per la mancanza di una sufficiente tutela delle “Terre Alte” dalle speculazioni legate all’ampliamento degli impianti sciistici, riteniamo non potrà che portare ad ulteriori pareri negativi in sede di valutazione finale della compatibilità ambientale.

Se così non sarà, le associazioni sono pronte a ricorrere, nelle sedi appropriate, contro ogni atto che possa minare la tutela dei beni ambientali e comuni del territorio del comprensorio del Terminillo.

Un futuro migliore per il Terminillo è possibile. La saturazione del mercato dello sci da discesa nelle poche stazioni ad alta quota rimaste sta spingendo verso la diversificazione del business della montagna con un coinvolgimento sempre più intenso del tessuto dei centri in rete sul territorio. Ce lo ha dimostrato l’assalto che abbiamo visto nella fase Covid, ad impianti fermi, con centinaia di persone alla ricerca di natura, buon mangiare e benessere. Ma bisogna essere pronti ad accogliere queste nuove opportunità con servizi e strategie adeguate.

Infine la petizione consegnata in regione Lazio con 15.000 firme (luglio 2020) e oggi a quota 17.000 è stata rilanciata. Invitiamo tutti ad aderire perché ognuno di noi possa salvare il bosco della Vallonina.

www.change.org/p/regione-lazio-salviamo-terminillo-fermiamo-un-progetto-inutile-e-dannoso-notsm

Un altro Appennino è possibile

Una tavola rotonda sul futuro del Corno alle Scale, dell’Appennino e della montagna tutta: la tutela del paesaggio, la vita all’aria aperta e l’attività fisica come scelte irrinunciabili per superare questa crisi e tutte le crisi che verranno.Un’occasione per ripensare a noi stessi e al nostro rapporto con gli ambienti in cui viviamo.Tante voci, nessun logo.
Perché l’Appennino è uno.
E la montagna è di tutti.


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Dialogo conPaolo Piacentini, autore del libro “Appennino atto d’amore” e Presidente Nazionale FederTrek

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Interverranno:
LUCA MERCALLI – autore del libro “Salire in montagna”
MICHELE SERRA – giornalista
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Coordina Paolo Carati
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Relatori presenti:

🔺 FAUSTO BONAFEDE – WWF

🔺 MAURIZIO FABBRI – Presidente Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese

🔺 SALVATORE DI RUZZA

🔺 FABIO VALENTINI – Mountain Wilderness Schweiz

🔺 BARBARA PANZACCHI – Presidente Unione dei comuni Savena-Idice

🔺 ANDREA GARREFFA – cofondatore 6000 sardine

🔺  Pierluigi Musarò – direttore Itaca migranti e viaggiatori – Festival del Turismo Responsabile

🔺 VITTORIO MONZONI- Legambiente Onlus

L’ANNULLAMENTO DEL PIANO PAESAGGISTICO DEL LAZIO GETTA NUOVE OMBRE SUL TSM

Anche le forzature sulla disciplina dei paesaggi montani hanno contribuito all’annullamento del Piano Territoriale Paesaggistico Regionale del Lazio; una occasione per ripensare le strategie per le montagne del Lazio e arrestare la devastazione del Terminillo

La Corte Costituzionale, con sentenza pubblicata pochi giorni fa, ha annullato il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) del Lazio, e lo ha fatto perchè la Regione Lazio ha violato il principio di leale collaborazione tra istituzioni.

Il testo del PTPR concordato con il MiBACT come legge impone, infatti, avrebbe dovuto essere approvato tal quale dal Consiglio Regionale, che di converso ha licenziato un testo modificato in più parti e contenente norme che  scardinano l’obbligo di copianificazione Stato-Regione e che allentano le tutele di molti beni paesaggistici tra cui le aree montane, dove il PTPR manomesso avrebbe consentito la realizzazione di impianti sciistici, impianti di innevamento artificiale e attrezzature ricettive al di sopra della fascia dei 1200 metri.

Questa disattenzione nei confronti della tutela paesaggistica della montagna purtroppo non sorprende.

Da anni – attraverso le ripetute osservazioni presentate nell’ambito delle procedure di VIA del progetto Terminillo Stazione Montana (TSM) – il Comitato del #noTSM ha rilevato come la Regione Lazio interpretasse in maniera ingiustificatamente estensiva le norme del PTPR, e come tali interpretazioni collidessero in maniera sostanziale anche con le Direttive Comunitarie, il tutto per consentire la realizzazione di un progetto devastante per il paesaggio e per l’ambiente, economicamente fallimentare e posto fuori dal tempo dal climate change.

Duole constatare che fino ad oggi questa insensibilità regionale è stata sostanzialmente condivisa dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Province di Frosinone, Rieti e Latina, che ha già emesso parere paesaggistico positivo sul TSM nonostante al tempo di formazione dell’atto fossero in vigore le norme più restrittive di quelle successivamente manomesse dalla Regione Lazio.

Il nostro auspicio è che questa vicenda spinga la Regione Lazio a considerare con maggiore consapevolezza la tutela paesaggistica del suo territorio, e che tale consapevolezza si estenda anche alle strutture periferiche del MiBACT.

La montagna italiana senza neve

La montagna italiana senza neve

Il riscaldamento globale riduce l’innevamento ma si costruiscono ancora impianti di risalitaAldo CucchiariniInes MillesimiLuigi CasanovaPaolo Paci
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Il cambiamento climatico sta trasformando radicalmente il modo in cui possiamo “vivere” la montagna. Nonostante l’innalzamento delle temperature e la riduzione delle precipitazioni si moltiplicano in tutta Italia, dalle Alpi agli Appennini, progetti per realizzare nuovi impianti di risalita per favorire lo sci di discesa. L’incontro offre la possibilità di analizzare il problema a partire da tre “casi studio” esemplari, per ripensare la fruizione della montagna.

Con esperti e attivisti: Luigi Casanova e Aldo Cucchiarini di Mountain Wilderness, Ines Millesimi di Italia Nostra.

Modera Paolo Paci, direttore scientifico della testata Meridiani Montagne (a partire dal numero di gennaio 2021)

Organizzato da: Insieme nelle Terre di mezzo Onlus

I proponenti del TSM continuano stoicamente a raccontare una storia a cui è difficile credere.

La replica al nostro comunicato sulla Fabbrica dei debiti, è arrivata su il messaggero con un articolo “Rieti, Terminillo: Tsm, impianti ai massimi livelli nell’Appennino” https://www.ilmessaggero.it/rieti/rieti_terminillo_tsm_progetto-5367758.html

Ma ancora pare che sia difficile leggere i numeri https://www.ilmessaggero.it/rieti/rieti_terminillo_tsm_progetto-5369342.html

I proponenti del TSM2 continuano stoicamente a raccontare una storia a cui è difficile credere.

La ricapitolo sinteticamente, il nuovo comprensorio:

  1. Diviene il primo comprensorio dopo Roccaraso nella stagione 2021/2022, la prima stagione con innevamento artificiale e con impianti ancora non completati. Nella prima stagione 2020/2021 senza nuovi impianti e senza innevamento si limita a fare “solo” 100.000 presenze in più rispetto allo storico (!!)
  2. Raggiunge nella stessa stagione 280.000 presenze e poco meno del 30% di quota del mercato di riferimento (Roccaraso, Campofelice, Ovindoli) partendo da un posizionamento marginale (3/4%)
  3. Distacca, sempre nel 2021/2022 Campofelice di circa 100.000 presenze
  4. Nel 2021 fattura 5 milioni e supera agevolmente sia Campo Felice che Ovindoli

Apprezziamo la grande passione dei proponenti il TSM che permette loro di credere nell’impossibile, per contro  chiedo ai cittadini e alle Istituzioni che si apprestano a concedere contributi pubblici all’iniziativa se si può dar credito a questo racconto.

Auspichiamo che si possa organizzare un confronto pubblico sui numeri e sui dati.

Terminillo Stazione Montana, la fabbrica dei debiti

Il progetto prevede un investimento di 50 milioni di euro. La Regione finanzierebbe a fondo perduto il progetto con un contributo di 20 milioni di euro

Rimane da reperire a carico del Consorzio la maggior parte della copertura 30 milioni di euro.

I proponenti del progetto TSM2 dichiarano che l’iniziativa è in grado di auto finanziarsi

E a sostegno di questa affermazione hanno presentato un piano economico finanziario temerario che se si realizzasse farebbe del Terminillo il leader indiscusso a livello nazionale per crescita e redditività tra le Società gestrici di impianti

Infatti secondo i proponenti nella prima stagione (2021/2022) con nuovi impianti non completati:

  • Raggiunge 280.000 presenze (+240.000 rispetto alle stagioni con presenza di neve)
  • È il primo comprensorio dopo Roccaraso +40% di presenze rispetto sia a Campo Felice che a Ovindoli
  • Fattura 5milioni milioni nel 2021 e supera Campo Felice

Inoltre:

  • Genera nei 5 anni oltre 20 milioni di cassa, quando il problema delle stazioni sciistiche è proprio l’aumento dei debiti per fronteggiare gli investimenti in particolare sull’innevamento programmato
  • A fine piano raggiunge 9 milioni di euro di fatturato uguagliando Roccaraso

Siamo nel campo della Fanta-economia.

L’iniziativa comporta seri rischi finanziari e di default per gli aderenti al Consorzio, generando nel periodo (2020-2030) uno sbilancio finanziario di 40 milioni di euro.

Il progetto nasce con una vocazione alla sopravvivenza di breve periodo all’interno di una filosofia di economia assistita

Il territorio invece ha bisogno di una solida programmazione dello sviluppo, che valorizzi le eccellenze del territorio attraverso una rete di iniziative, piuttosto che puntare su investimenti isolati peraltro concentrati su iniziative fallimentari.

È questa una politica, tra l’altro finanziata da denari pubblici, che non promuove lo sviluppo e genera debito a carico dei cittadini, ma ancor più grave drena e priva il territorio di risorse che andrebbero indirizzate a iniziative in grado di generare valore.

Siamo a Vostra disposizione per un confronto, in qualsiasi sede, basato non su narrazioni irreali e fantasiose ma su analisi e considerazioni rigorose di ordine tecnico.

FridaysForFuture Rieti: “Salviamo insieme il Terminillo e il suo futuro”

“Nato nel 2018 con le proteste di Greta Thunberg, FridayForFuture è un movimento globale pacifico che lotta contro tutte le istituzioni che sembrano non reagire a ciò che la natura ci sta dicendo: l’emergenza climatica soprattutto, il riscaldamento globale, le opere dell’uomo non rispettose della natura, i disastri idrogeologici…

Noi, nel nostro piccolo territorio e con la sigla di FridaysForFuture Rieti, abbiamo aderito a questa battaglia planetaria appoggiando i suoi ideali. Abbiamo inoltre aderito alla petizione apparsa su Change per la difesa del Terminillo, convinti che la nostra montagna abbia un valore ambientale assoluto da trasmettere al futuro, sopra ogni logica di sfruttamento massiccio non rispettoso dell’ambiente. Non crediamo affatto al potenziamento dell’industria turistica legata solo allo sci alpino, non crediamo che questa sia la soluzione per fare del bene al nostro territorio manomettendo per sempre il paesaggio.

Progetto:

il nuovo progetto TSM2 prevede 10 nuovi impianti di risalita oltre ai 7 già esistenti da ammodernare, 7 nastri trasportatori amovibili con cappottina, 37 km di piste di sci alpino a quota inferiore ai 1900 mt eccetto uno nuovo a Sella di Leonessa, 2 bacini di raccolta di acqua per l’innevamento artificiale, 7 nuovi rifugi.

Problema fondi:

per la costruzione del TSM2 sono previsti oltre 50 milioni di euro, se bastano. Attualmente i fondi pubblici disponibili ammontano a circa 20 milioni di euro, in parte già spesi per rifare gli impianti sciistici a Campo Stella a Leonessa. Prima domanda: chi aggiungerà gli oltre  30 MILIONI di euro restanti? Per questa enorme somma di natura pubblica e/o privata di cui parla il businessplan del TSM2 non si sono mai palesati imprenditori disposti a questo investimento. Questo non è una start-up, è un progetto passatista legato ad una visione di sviluppo del secolo passato, nostalgico e fuori tempo. Allora, tutte le condizioni erano diverse, sia sul piano delle precipitazioni nevose, sia sul piano economico e sociale. Quindi si ipotizza che, per completare il TSM2,  i 4 Comuni interessati (Rieti, Micigliano, Cantalice e Leonessa) dovranno accedere a un leasing presso le banche, o ordinario o a tasso agevolato. Ci domandiamo a questo punto: il Covid-19 non ha insegnato niente rispetto alle priorità più urgenti per la popolazione? Si possono indebitare ancora i Comuni già in rosso per un progetto che riguarda sciatori e “criptosciatori” che bisognerà convincere e sottrarre da altre stazioni sciistiche di tutto il Centro Italia sul Terminillo? Quante presenze giornaliere di sciatori bisogna fare per rimettere tutti gli ingenti debiti? Apprendiamo dal progetto che non c’è nessun piano di rientro economico programmato. Si basa sulla scommessa di portare sul Terminillo la quasi totalità degli sciatori del Centro d’Italia, a cominciare dalla prossima stagione sciistica. I sostenitori di TSM2 si esprimono convinti di un rilancio immediato e sempre in crescita, descrivendo una vivacità esuberante di soldi e di attività economiche ad esso correlate, ottimistiche e certe. Noi non ci crediamo per senso di realtà, o buon senso.

Problema innevamento artificiale/scarse precipitazioni:

Oltre a trascinare turisti dovremmo anche far nevicare: ebbene sì, per l’80% attraverso “cannoni sparaneve” che si appoggeranno a due bacini idrici di contenimento. E le temperature diurne degli inverni sempre più miti saranno in grado di mantenere i 30 cm di neve in pista per renderla sciabile? Ma l’acqua? Come è possibile pensare di riuscire a trasportare acqua in due bacini per sparare neve su 37km di piste quando le precipitazioni sono diminuite e siamo in piena grave crisi climatica? In data 18/05/2020 un’ordinanza del Comune di Leonessa recitava:  “Si è registrata una situazione di criticità dell’approvvigionamento idrico nell’area dell’intro ATO 3 – Rieti Lazio Centrale, determinata dalle scarsissime precipitazioni verificatesi nello scorso periodo autunnale ed invernale e destinata a non modificarsi nei prossimi mesi.” Noi siamo molto preoccupati.

Problema biodiversità:

per la costruzione degli impianti di TSM2 dovrebbero essere disboscati 17 ettari di faggete termofile, che vedono la presenza di specie protette, ra cui il Tasso, l’Ilex e l’Agrifoglio.   17 ettari corrispondono a circa 25 campi da calcio e mezzo. Il progetto TSM2 non cataloga specie e habitat potenzialmente in pericolo ma, come ben sappiamo, le specie faunistiche in pericolo sono innumerevoli su tutta l’area del bosco della Vallonina e verso Cantalice: dal lupo agli uccelli, e alle specie prioritarie, soprattutto il potenziale passaggio dell’orso marsicano che è già in via di estinzione. Il TSM2 mette in pericolo la natura, la flora e la fauna, gli  habitat e le specie prioritarie, anche perché non si considera che tutto questo potrebbe avvenire a ridosso di siti “Natura 2000” protetti dall’UE. Siamo indignati che tutto questo non sia da considerarsi di interesse pubblico da proteggere, valorizzare e trasmettere alle generazioni future.

Problema posti di lavoro/turismo

Nella realizzazione del TSM2 sono previsti dai sindacati oltre 4.500 posti di lavoro in conseguenza dell’investimento complessivo di oltre 50 milioni di euro. Indotto per oltre 4500 persone? Per trasformare Terminillo in Courmayeur, mancano sia numeri che soldi, oltre che l’altitudine della montagna e il contesto storico-ambientale! Chi convincerà gli sciatori a percorrere una strada come la Salaria per raggiungere una montagna dove si scia meno di tre mesi l’anno a quote inferiori ai 1900mt con l’80% di innevamento artificiale, con una non favorevole esposizione climatica, interessata ai venti caldi del Tirreno e non dei Balcani? E se il progetto andrà a buon fine, ma la valanga di turisti sciatori e di settimane bianche non ci saranno? Oppure, se finiranno i soldi e si abbandonerà il progetto a metà costruzione, come è accaduto per gli spogliatoi del Campo d’Altura e la piscina che si trovano attualmente abbandonati, cosa ne sarà del turismo a Terminillo? Siamo ironici: non è che il Terminillo diventerà il luogo di un turismo di ecomostri, con altri 7 rifugi da mantenere?

Possibilità di utilizzare i fondi pubblici per modernizzare gli impianti preesistenti e salvaguardare la montagna:

la montagna rappresenta l’ultima avanguardia della biodiversità incontaminata, il posto dove ci sono le risorse più pulite del pianeta (aria, terra, acqua), un luogo dove la natura non dovrebbe essere intaccata e impattata, ma al contrario, salvaguardata il più possibile. La montagna è il polmone che si contrappone allo scempio inquinante che è la città. La montagna è dove ci rifugiamo per vivere comportamenti diversi dalla città.  Detto ciò, perché non investire ciò che resta dei 20 milioni di fondi pubblici per opere di ammodernamento degli impianti preesistenti sul Terminillo? Così facendo si creerebbe un gioiello sciistico a Pian de Valli  adiacente a valli con panorami incontaminati e mozzafiato che sono quelli che conosciamo oggi fino a Sella di Leonessa e oltre.  L’innevamento artificiale sarebbe concentrato in zone più ristrette con minore consumo di energia e spreco di acqua, sarebbe più contenuto e quindi meno costoso il mantenimento in funzione delle attività sciistiche. Si accrescerebbe  l’affluenza turistica destagionalizzata, variando tutte le attività da fare sulla montagna d’estate e d’inverno, ripensando a numerose opere di risanamento delle cattedrali del deserto, migliorando i servizi (la banda larga), favorendo il ripopolamento più stabile dei paesi pedemontani con specifici aiuti per i giovani residenti (incentivi fiscali per nuove cooperative sul Terminillo, aiuti per vere start -up sul Terminillo, con vera innovazione tecnologica unita ai saperi tradizionali).

Chiediamo alla Regione Lazio di prendere in considerazione il presente comunicato, se questo faraonico TSM2 verrà approvato in toto avrà effetti catastrofici per la nostra generazione, per quelle a venire, per il patrimonio di biodiversità e tanto altro.

GIU’ LE MANI DAL TERMINILLO: NO A QUESTO TSM2″

FridaysForFuture Rieti