Battuta d’arresto per lo sciagurato progetto Terminillo Stazione Montana. Il Commissario agli Usi Civici dà ragione a Salviamo l’Orso e Balia dal Collare e condanna i Comuni e la TSM s.r.l. al pagamento delle spese processuali

Il 5 agosto scorso il Commissario agli Usi Civici per Lazio, Umbria e Toscana, Dott. Antonio Perinelli, ha deciso la causa demaniale (R.G. 20/2021) originata dall’esposto presentato dall’Associazione Salviamo l’Orso sostenuta dal lavoro del gruppo di attiviste di Balia dal Collare Rieti.

Dopo un iter giudiziario di tre anni il Commissario riconosce la demanialità dei terreni interessati dal progetto TSM2 e ne ordina la reintegrazione alle comunità di Leonessa, Cantalice e Micigliano. Inoltre, censura le amministrazioni comunali per le erronee procedure seguite in passato e fissa dei chiari criteri per i futuri mutamenti di destinazione.

La sentenza condanna i Comuni e la TSM S.r.l. a pagare le spese processuali e di CTU (Consulenza Tecnica d’Ufficio) e sarà trasmessa alla Procura della Repubblica presso la Corte dei Conti.

I Comuni non hanno espletato la procedura ad evidenza pubblica per la concessione delle terre ed hanno fornito “motivazioni insufficienti e stereotipate che non considerano l’impatto ambientale perpetuo degli impianti di funivia non essendovi garanzie di una loro rimozione né di un “reale beneficio” per le comunità”, quando “a causa del notorio cambiamento climatico con innalzamento delle temperature le precipitazioni nevose sull’Appennino sono destinate ad essere sempre minori”.

Il commissario riconosce che l’intera area èdi particolare pregio ambientale e, sostanzialmente, incontaminata” ed avverte che anche i corpi idrici sono di dominio collettivo ai sensi della legge 168/2017.

Salviamo l’Orso da sempre in prima linea nell’opposizione ai progetti di ampliamento dei bacini sciistici dell’Appenino centrale esprime la sua profonda soddisfazione per una sentenza che ristabilisce la legalità sui territori che i Comuni di Leonessa, Cantalice e Micigliano avevano “svenduto” alla TSM s.r.l.

La conferma che parte del progetto ricade su terreni demaniali è una buona notizia e un ottimo auspicio per l’udienza di merito sul ricorso delle associazioni contro l’autorizzazione concessa al TSM dalla Regione Lazio, che il Consiglio di Stato ha fissato al 19 settembre p.v.

I progetti come il TSM o quelli che la Regione Abruzzo prevede con fondi pubblici nel Parco della Majella (Passo Lanciano) e sui Monti Gemelli (TE) sono senza alcuna giustificazione economica, destinati al fallimento e forieri solo di devastazioni ambientali. La politica li usa per sovvenzionare con i nostri soldi la propria “clientela” ed il loro unico risultato è la devastazione del capitale naturale dell’Appennino centrale e l’impoverimento delle comunità locali. Il fallimento dell’idea che lo sci da discesa possa essere oggi in Appennino il volano per lo sviluppo economico di questi territori è sotto gli occhi di tutti ed è evidente anche nell’ultimo ridicolo provvedimento del Governo che destina a fondo perduto 13 milioni di euro per i comprensori sciistici della dorsale appenninica danneggiati dalla mancanza di neve dello scorso inverno, una situazione che ormai si ripete anno dopo anno.

Il gruppo di attiviste della Provincia di Rieti Balia dal Collare, impegnata nella difesa del territorio anche da altre forme di estrattivismo e privatizzazione delle risorse naturali (come quella dell’acqua) si auspica che questa sia la fine di un progetto delirante che ipotizzava innevamenti artificiali, concessioni ad personam, e che ha rappresentato un elemento conflittuale sul territorio. Le narrazioni in favore del progetto TSM2 sono state spesso divisive e tendenziose, volte a creare il “nemico” e a svilire le ragioni di chi vi si opponeva. Per troppi anni esse hanno proposto un’idea di sviluppo economico della montagna anacronistico e dannoso per gli ecosistemi. Le attiviste, alla luce della sentenza, esprimono fiducia nel fatto che le amministrazioni comunali non perseverino nell’assecondare interessi privati minoritari, e che usino infine le risorse economiche pubbliche per una valorizzazione capace di coniugare onestamente lavoro e salvaguardia del territorio alla luce dei cambiamenti climatici.

SALVIAMO L’ORSO OdV e Balia dal Collare – Rieti

Rieti 19 Agosto 2024

TSM – Non sarà una discutibile sentenza del TAR che renderà utile il Progetto TSM per la società reatina

Con una sentenza frutto di interpretazioni molto azzardate, e che glissa sulla maggior parte dei rilievi fondamentali proposti dai ricorrenti, il TAR del Lazio ha rigettato il ricorso proposto da sei associazioni ambientaliste riconosciute a livello nazionale (CAI, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, Salviamolorso, WWF Italia) nonostante le loro motivazioni fossero solide ed ancorate alla tutela dell’interesse pubblico.

La sentenza è peraltro in palese contrasto con quanto rilevato dal Ministero per la Transizione Ecologica in merito alla incompatibilità del Progetto TSM con la normativa europea di tutela della Rete Natura 2000

Non è certo una bella notizia, ma non sarà neppure il viatico definitivo di un progetto che va contro l’ambiente ed il paesaggio del Terminillo, incapace di interpretarne le potenzialità ma purtroppo suscettibile di ipotecarne il futuro andando contro quello sviluppo sostenibile che le amministrazioni regionale e locali continuano a non mettere al centro della propria azione.

Il ricorso era fondato su aspetti rilevanti quali il devastante impatto ambientale su ambienti protetti a livello comunitario e la violazione delle norme di pianificazione paesaggistica ed urbanistica che ne tutelano  la integrità; ma, come sosteniamo da quando il Progetto TSM ha visto la luce, la sua insostenibilità è anche economica, e non vi sarà nessuna sentenza del TAR che potrà aggirare questo ostacolo.

Ai rilievi sul fallimentare bilancio economico del TSM e sulla fragilità – per non dire inconsistenza – della sua  capacità di produrre sviluppo di alcun tipo, la Regione Lazio non ha mai dato risposte e continua a non darne; questa rinuncia della amministrazione pubblica a valutare la efficacia dei progetti che finanzia si sta purtroppo riproponendo anche nella attuazione del PNRR, che ospita progetti – non certo tutti, ma molti – che si tradurranno in un inutile spreco di risorse pubbliche e che affosseranno lo sviluppo piuttosto che promuoverlo.

Rimaniamo convinti che il Terminillo meriti ben altro, ed i segnali in tal senso sono chiarissimi; lo sci invernale è agonizzante da decenni – e non certo per l’azione degli ambientalisti, come si vorrebbe far credere – mentre il cambiamento climatico rende e renderà sempre più anacronistico il suo rafforzamento a quote basse quali quelle del Terminillo; di converso, le migliaia di persone che hanno frequentato il Terminillo durante la pandemia (e che continuano a farlo) sono testimoni della attrattività delle forme di fruizione basate sulla Natura, sul trekking multistagionale, su una pluralità di pratiche sportive e ricreative, sulla ospitalità diffusa e sulla qualità delle  produzioni locali, tutti aspetti che il TSM ignora puntando esclusivamente a realizzazioni infrastrutturali che aggiungeranno relitti a quelli già presenti sul Terminillo.

Questa sentenza del TAR non metterà quindi la parola fine ad una visione diversa del futuro del Terminillo, visione interprete di uno sviluppo sostenibile e che – in nome delle generazioni future – vedrà ulteriormente incrementare il nostro consapevole impegno nel concretizzarla.

7.6.2022

Le associazioni: Mountain Wilderness Italia, Club Alpino Italiano Sez. Leonessa, Italia Nostra – Sabina e Reatino, Salviamo il Paesaggio – Lazio  e Rieti, FederTrek – Escursionismo  Ambiente, Salviamo l’Orso,  Inachis Sez. Gabriele Casciani Rieti, Postribù, WWF Lazio, Balia dal Collare

TSM – ESPOSTO ALLA CORTE DEI CONTI, NO A INTERVENTO CASSA DEPOSITI E PRESTITI

Alcune associazioni nazionali del Comitato #NOTSM2, con alcuni privati cittadini, hanno presentato in data 03/11/2021 una segnalazione alla Corte dei Conti per chiedere una verifica sull’inefficienza dei meccanismi che sovraintendono la spesa e il conseguente spreco di denaro pubblico. In questa fase di ripresa della spesa pubblica post pandemia per la PA è fondamentale potenziare gli strumenti di valutazione dei progetti di investimento per selezionare iniziative che abbiano un alto impatto sulla crescita, elevati moltiplicatori del PIL e coerenza con la “nuova” filosofia Europea di conservazione e arricchimento del Patrimonio Naturale.

Il TSM2 e le decine di progetti che sono proliferati per la creazione e per l’ampliamento di impianti di risalita dello sci rappresentano tutto quello che non bisogna fare: sono iniziative all’interno di un mercato in declino, non remunerano gli investimenti, hanno gestioni deficitarie che richiedono continue erogazioni di contributi pubblici, dilapidano parti importanti del Patrimonio Naturale, valori e asset economici da preservare. Si tratta di perdita di ecosistemi che sostengono le attività umane, oggi quanto mai da preservare per contrastare la crisi ambientale, utili per le generazioni future.


La vicenda del TSM2 evidenzia come le amministrazioni pubbliche spesso mettano in campo strumenti di programmazione economica inadeguati e soprattutto non procedano alla valutazione economico finanziaria delle iniziative. La comunicazione dimostra in modo analitico la conclamata inconsistenza del Piano Economico presentato dalla Provincia di Rieti e denuncia il comportamento della Regione Lazio che ha ignorato totalmente l’aspetto economico dell’iniziativa, oltre l’approssimazione che ha caratterizzato il processo istruttorio, come dimostrano le censure da parte di una Direzione della stessa Regione e del Ministero della Transizione Ecologica che hanno, di fatto, bloccato l’iter autorizzativo.


In questo scenario e in mancanza di investitori privati, l’eventuale esito positivo dell’istruttoria pendente presso la Cassa Depositi e Prestiti per la sottoscrizione di un accordo di partenariato, rappresenterebbe un pesante precedente rispetto alle numerose fallimentari iniziative simili al TSM2, presenti sul territorio nazionale.

Una spesa pubblica erogata inconsapevolmente e non sostenuta da una corretta logica economica è un fattore distorsivo della concorrenza, discriminatorio nei confronti dei singoli operatori nonché della distribuzione del reddito tra territori, oltre a rappresentare un formidabile moltiplicatore di sprechi.

COMUNICATO

RELAZIONE

Leonessa – Terminillo: i soldi per la messa in sicurezza della strada SP10 (panoramica) ci sono, ma nessuno lo sa

Foto: Uniti per Leonessa ©

È andato in onda l’ulteriore atto, temiamo non sia l’ultimo, della deprimente rappresentazione della scarsa capacità della nostra classe politica locale a tutti i livelli.

C’è chi organizza sit-in e c’è chi come il Presidente della provincia di Rieti afferma che i soldi ci sono sì, ma non si possono spendere, perché bisogna attendere la progettazione esecutiva del TSM2.

IL TSM2 non prevede la messa in sicurezza della strada, pertanto non c’è nessun nesso tra messa in sicurezza e avanzamento del TSM2.

In realtà i soldi per la strada ci sono e sono ricompresi nell’ordinanza n. 64 del 6 settembre 2018 firmata dal Commissario Straordinario del Governo Ricostruzione Sisma 2016, e la cosa incredibile è che la Provincia, nell’ambito dell’iter del progetto del TSM2, ha affermato in documenti ufficiali di essere a conoscenza dell’esistenza di tali fondi e che saranno quelli usati per garantire la messa in sicurezza di cui beneficerà il TSM

Peraltro, al riguardo, il presidente della provincia dovrebbe spiegare come, in assenza della progettazione esecutiva del TSM2, si siano potuti invece erogare quasi 8 milioni per realizzare tra l’altro i due impianti di risalita di Leonessa.

Sono trascorsi tre anni e i soldi giacciono tranquilli in attesa di essere spesi. Invece di lanciare grida di dolore e organizzare sit-in di protesta sarebbe stato più produttivo mettere in atto tutte quelle azioni che probabilmente avrebbero portato a soluzione il problema, tempo ce n’era.

Magari questo territorio si merita una classe dirigente con maggiore competenza e attenzione, per non dimenticarsi di avere a disposizione le risorse per risolvere i problemi del territorio.

Il TSM inciampa sugli Usi Civici

In data 20 marzo 2021 il presidente della Provincia di Rieti, Mariano Calisse, in un’intervista rilasciata per il Messaggero, aveva reso pubblico che la Provincia di Rieti era pronta a chiudere la Conferenza dei Servizi per procedere con il completamento dell’iter di approvazione del progetto TSM2. In particolare aveva fatto riferimento alla necessità di “limare” la questione relativa agli Usi Civici e all’ottenimento delle relative autorizzazioni al mutamento di destinazione d’uso dei terreni interessati dalla realizzazione degli impianti. 

E’ notizia di poche ore fa che la Direzione Regionale Agricoltura della Filiera e della Cultura del Cibo Caccia e Pesca – Area “Legislativa e Usi Civici” ha risposto al sollecito fatto dalla Provincia – che chiedeva il rilascio delle autorizzazioni entro il 5 aprile – che tale richiesta è “priva di riscontro giuridico procedurale”.

Nel 2017 il quadro normativo e giurisprudenziale è totalmente mutato, per effetto della legge 168/2017 e della sentenza della Corte costituzionale 113/2018, portando alla condizione per cui all’autorizzazione al mutamento di destinazione d’uso del dominio collettivo (usi civici) concorrano anche le Soprintendenze e il Ministero della Cultura.

La Direzione Regionale deputata agli Usi Civici rileva pertanto l’inadeguatezza della procedura adottata ed il mancato coinvolgimento di tutti gli enti competenti in materia, sollecitando un incontro con il RUP della Provincia di Rieti per la Conferenza dei Servizi “al fine di chiarire le questioni sopra evidenziate e concordare modalità operative condivise”. Questioni non di poco conto, in quanto l’autorizzazione del mutamento alla destinazione d’uso dei beni collettivi, rappresenta un presupposto all’apertura della Conferenza dei Servizi, invalidando tutti i pareri e le autorizzazioni già emesse tra cui troviamo anche il parere di compatibilità ambientale della VIA e della VINCA.

Se non viene sciolto questo nodo, andrebbero a mancare le fondamenta del progetto, ovvero la possibilità di intervenire su una buona porzione delle aree interessate dagli interventi, in particolare il collegamento nella Vallonina. Il TSM si sta configurando come un progetto mandato in autorizzazione senza avere la disponibilità delle aree di intervento, come se un privato avesse presentato il progetto di una casa su un terreno non suo.

Grazie alla approfondita analisi condotta dai componenti della Balia dal Collare per portare alla luce tali carenze, con il supporto dell’associazione Salviamo l’Orso e insieme all’intero cartello delle associazioni NOTSM, possiamo dire che finalmente le argomentazioni proposte in merito ad irregolarità nel processo di autorizzazione del TSM hanno trovato riscontro.

Questo è avvenuto nonostante molte volte siamo stati additati come persone che parlavano senza cognizione di causa e senza conoscere il territorio. I fatti dimostrano esattamente il contrario e pretendiamo che vengano rispettate le corrette procedure che tengano conto della legalità e della trasparenza amministrativa.

Balia Dal Collare

Salviamo L’Orso

Associazioni #NoTSM

TSM: il 2021 sancirà l’insostenibilità economica e ambientale del progetto. Si vada verso il riconoscimento del reale valore del Terminillo.

All’alba del 2021, l’annuncio del parere dell’Area Valutazione d’Incidenza della Regione Lazio al Piano di interventi denominato Terminillo Stazione Montana ha fatto brindare tutti i promotori del TSM al successo, in una rincorsa a prendersi il merito di un’autorizzazione che ancora non c’è.

Un parere pubblicato tra spumanti e panettoni, ma che presenta molti passaggi incomprensibili e inaccettabili, primo fra tutti la mancata firma del Dirigente dell’Area Vinca. Il documento è oltretutto debole in molti punti e con aspetti dichiaratamente non valutati aprendo così la possibilità di distruggere svariati ettari di faggeta in Vallonina, in parte tutelati anche dalla Rete Natura 2000, contraddicendo i pareri del 2010 e del 2015 con i quali la stessa Area Vinca aveva bocciato il progetto nella sua interezza.

Come associazioni che seguono da anni il procedimento di VIA, anche con diverse proposte che avrebbero da tempo consentito lo sblocco dei fondi regionali a favore di un rilancio sostenibile per il Terminillo, abbiamo di conseguenza presentato formale diffida agli organi competenti a concludere il procedimento con pareri privi di validità o non ancora acquisiti e senza tenere conto dell’annullamento del Piano Paesistico della Regione Lazio, ad opera della Corte Costituzionale pochi mesi fa, e di numerose autorizzazioni invalidate dall’evoluzione della normativa nei sei anni del procedimento.

L’unica buona notizia che accogliamo favorevolmente è quella del riconoscimento dell’impatto estensivo sulla faggeta, come già evidenziato dalle nostre osservazioni, che ha portato al parere negativo sul collegamento tra la Sella di Cantalice e gli impianti di Campo Stella in Vall’Organo con numerose prescrizioni sugli interventi rimanenti.

Il riconoscimento del valore estensivo delle faggete e dell’annullamento di un Piano Paesistico, che è stato bocciato proprio per la mancanza di una sufficiente tutela delle “Terre Alte” dalle speculazioni legate all’ampliamento degli impianti sciistici, riteniamo non potrà che portare ad ulteriori pareri negativi in sede di valutazione finale della compatibilità ambientale.

Se così non sarà, le associazioni sono pronte a ricorrere, nelle sedi appropriate, contro ogni atto che possa minare la tutela dei beni ambientali e comuni del territorio del comprensorio del Terminillo.

Un futuro migliore per il Terminillo è possibile. La saturazione del mercato dello sci da discesa nelle poche stazioni ad alta quota rimaste sta spingendo verso la diversificazione del business della montagna con un coinvolgimento sempre più intenso del tessuto dei centri in rete sul territorio. Ce lo ha dimostrato l’assalto che abbiamo visto nella fase Covid, ad impianti fermi, con centinaia di persone alla ricerca di natura, buon mangiare e benessere. Ma bisogna essere pronti ad accogliere queste nuove opportunità con servizi e strategie adeguate.

Infine la petizione consegnata in regione Lazio con 15.000 firme (luglio 2020) e oggi a quota 17.000 è stata rilanciata. Invitiamo tutti ad aderire perché ognuno di noi possa salvare il bosco della Vallonina.

www.change.org/p/regione-lazio-salviamo-terminillo-fermiamo-un-progetto-inutile-e-dannoso-notsm

L’ANNULLAMENTO DEL PIANO PAESAGGISTICO DEL LAZIO GETTA NUOVE OMBRE SUL TSM

Anche le forzature sulla disciplina dei paesaggi montani hanno contribuito all’annullamento del Piano Territoriale Paesaggistico Regionale del Lazio; una occasione per ripensare le strategie per le montagne del Lazio e arrestare la devastazione del Terminillo

La Corte Costituzionale, con sentenza pubblicata pochi giorni fa, ha annullato il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) del Lazio, e lo ha fatto perchè la Regione Lazio ha violato il principio di leale collaborazione tra istituzioni.

Il testo del PTPR concordato con il MiBACT come legge impone, infatti, avrebbe dovuto essere approvato tal quale dal Consiglio Regionale, che di converso ha licenziato un testo modificato in più parti e contenente norme che  scardinano l’obbligo di copianificazione Stato-Regione e che allentano le tutele di molti beni paesaggistici tra cui le aree montane, dove il PTPR manomesso avrebbe consentito la realizzazione di impianti sciistici, impianti di innevamento artificiale e attrezzature ricettive al di sopra della fascia dei 1200 metri.

Questa disattenzione nei confronti della tutela paesaggistica della montagna purtroppo non sorprende.

Da anni – attraverso le ripetute osservazioni presentate nell’ambito delle procedure di VIA del progetto Terminillo Stazione Montana (TSM) – il Comitato del #noTSM ha rilevato come la Regione Lazio interpretasse in maniera ingiustificatamente estensiva le norme del PTPR, e come tali interpretazioni collidessero in maniera sostanziale anche con le Direttive Comunitarie, il tutto per consentire la realizzazione di un progetto devastante per il paesaggio e per l’ambiente, economicamente fallimentare e posto fuori dal tempo dal climate change.

Duole constatare che fino ad oggi questa insensibilità regionale è stata sostanzialmente condivisa dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Province di Frosinone, Rieti e Latina, che ha già emesso parere paesaggistico positivo sul TSM nonostante al tempo di formazione dell’atto fossero in vigore le norme più restrittive di quelle successivamente manomesse dalla Regione Lazio.

Il nostro auspicio è che questa vicenda spinga la Regione Lazio a considerare con maggiore consapevolezza la tutela paesaggistica del suo territorio, e che tale consapevolezza si estenda anche alle strutture periferiche del MiBACT.

I proponenti del TSM continuano stoicamente a raccontare una storia a cui è difficile credere.

La replica al nostro comunicato sulla Fabbrica dei debiti, è arrivata su il messaggero con un articolo “Rieti, Terminillo: Tsm, impianti ai massimi livelli nell’Appennino” https://www.ilmessaggero.it/rieti/rieti_terminillo_tsm_progetto-5367758.html

Ma ancora pare che sia difficile leggere i numeri https://www.ilmessaggero.it/rieti/rieti_terminillo_tsm_progetto-5369342.html

I proponenti del TSM2 continuano stoicamente a raccontare una storia a cui è difficile credere.

La ricapitolo sinteticamente, il nuovo comprensorio:

  1. Diviene il primo comprensorio dopo Roccaraso nella stagione 2021/2022, la prima stagione con innevamento artificiale e con impianti ancora non completati. Nella prima stagione 2020/2021 senza nuovi impianti e senza innevamento si limita a fare “solo” 100.000 presenze in più rispetto allo storico (!!)
  2. Raggiunge nella stessa stagione 280.000 presenze e poco meno del 30% di quota del mercato di riferimento (Roccaraso, Campofelice, Ovindoli) partendo da un posizionamento marginale (3/4%)
  3. Distacca, sempre nel 2021/2022 Campofelice di circa 100.000 presenze
  4. Nel 2021 fattura 5 milioni e supera agevolmente sia Campo Felice che Ovindoli

Apprezziamo la grande passione dei proponenti il TSM che permette loro di credere nell’impossibile, per contro  chiedo ai cittadini e alle Istituzioni che si apprestano a concedere contributi pubblici all’iniziativa se si può dar credito a questo racconto.

Auspichiamo che si possa organizzare un confronto pubblico sui numeri e sui dati.

Terminillo Stazione Montana, la fabbrica dei debiti

Il progetto prevede un investimento di 50 milioni di euro. La Regione finanzierebbe a fondo perduto il progetto con un contributo di 20 milioni di euro

Rimane da reperire a carico del Consorzio la maggior parte della copertura 30 milioni di euro.

I proponenti del progetto TSM2 dichiarano che l’iniziativa è in grado di auto finanziarsi

E a sostegno di questa affermazione hanno presentato un piano economico finanziario temerario che se si realizzasse farebbe del Terminillo il leader indiscusso a livello nazionale per crescita e redditività tra le Società gestrici di impianti

Infatti secondo i proponenti nella prima stagione (2021/2022) con nuovi impianti non completati:

  • Raggiunge 280.000 presenze (+240.000 rispetto alle stagioni con presenza di neve)
  • È il primo comprensorio dopo Roccaraso +40% di presenze rispetto sia a Campo Felice che a Ovindoli
  • Fattura 5milioni milioni nel 2021 e supera Campo Felice

Inoltre:

  • Genera nei 5 anni oltre 20 milioni di cassa, quando il problema delle stazioni sciistiche è proprio l’aumento dei debiti per fronteggiare gli investimenti in particolare sull’innevamento programmato
  • A fine piano raggiunge 9 milioni di euro di fatturato uguagliando Roccaraso

Siamo nel campo della Fanta-economia.

L’iniziativa comporta seri rischi finanziari e di default per gli aderenti al Consorzio, generando nel periodo (2020-2030) uno sbilancio finanziario di 40 milioni di euro.

Il progetto nasce con una vocazione alla sopravvivenza di breve periodo all’interno di una filosofia di economia assistita

Il territorio invece ha bisogno di una solida programmazione dello sviluppo, che valorizzi le eccellenze del territorio attraverso una rete di iniziative, piuttosto che puntare su investimenti isolati peraltro concentrati su iniziative fallimentari.

È questa una politica, tra l’altro finanziata da denari pubblici, che non promuove lo sviluppo e genera debito a carico dei cittadini, ma ancor più grave drena e priva il territorio di risorse che andrebbero indirizzate a iniziative in grado di generare valore.

Siamo a Vostra disposizione per un confronto, in qualsiasi sede, basato non su narrazioni irreali e fantasiose ma su analisi e considerazioni rigorose di ordine tecnico.

TSM, svelato il bluff – La Regione Lazio chiede ora integrazioni ad un progetto che non c’è

IL CARTELLO DI 19 ASSOCIAZIONI

WWF Lazio, Club Alpino Italiano GR Lazio, Italia Nostra – Sabina e Reatino, LIPU-Birdlife Italia, FederTrek – Escursionismo  Ambiente, Salviamo l’Orso, ENPA – Ente Nazionale Protezione Animali, Salviamo il Paesaggio Rieti e Provincia, Altura Lazio, Mountain Wilderness Lazio, Postribù, Inachis Sez. Gabriele Casciani Rieti, Pro Natura Lazio, Orso and friends, Natour biowatching, Red Fox – Scuola di Natural Survival e Tracking,  La Lupus in Fabula,  G.U.F.I. Gruppo Unitario per le Foreste Italiane, GriG Gruppo di Intervento Giuridico.

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Con una notadel 6 Luglio us, l’Area Valutazione Impatto Ambientale (VIA) della Regione Lazio che dovrà rilasciare eventuale parere positivo ha chiesto ai proponenti del TSM2 alcune integrazioni ai materiali di progetto, integrazioni inerenti cinque aspetti che a prima vista non appaiono marginali. Li elenchiamo, affinché tutti sappiano e possano fare le loro considerazioni, mentre i sostenitori del TSM e i sindacati fanno pressing: descrizione dello stato dei luoghi ove sono presenti impianti e piste dismesse; analoga descrizione dei siti ove verranno realizzati i nuovi impianti, al fine di accertarne il grado di antropizzazione; quale sia il destino delle rocce e terre di scavo; rielaborazione dei dati nivologici utilizzando quelli più recenti; progetti dei bacini di raccolta delle acque per l’innevamento artificiale e l’indicazione delle sorgenti da captare per riempirli.

Bene si dirà, in un progetto così controverso (si rammenta, bocciato già due volte) la Regione Lazio vuole assumere una decisione consapevole e ponderata, e quindi ha necessità di conoscere bene le caratteristiche attuative e definitive del progetto.

Ma non è così, e la lettura della nota che danno le Associazioni Ambientaliste è molto differente; riteniamo queste richieste non solo scandalose, ma anche espressive del colpevole e tardivo smarrimento della Regione Lazio.

Veniamo ai fatti. Dopo la sospensione in sede di VIA del TSM1, avvenuta nel 2015, è stato aperto un tavolo tecnico tra Regione Lazio e promotori, tavolo finalizzato a superare le criticità del progetto e che ha lavorato dal 2015 al dicembre 2019, quando con trionfali squilli di tromba il nuovo TSM2 ha iniziato un nuovo iter di approvazione; è stato quindi pubblicato il TSM2, sono state presentate le osservazioni dal cartello delle Associazioni, sono state redatte le Controdeduzioni, scadute lo scorso 5 Giugno.

Sembrerebbe tutto pronto per la decisione finale, ma la recente nota regionale prolunga i giochi – o forse l’agonia – in modo inatteso, e qualche interrogativo è d’obbligo.

Soltanto ora la Regione Lazio si accorge di non conoscere dove e quali siano i vecchi impianti? Solo ora si accorge di non sapere dove verranno realizzati i nuovi impianti? Solo ora si accorge che le terre di scavo hanno incerto destino? Solo ora si accorge che gli studi meteorologici sono fasulli (basati su dati vecchi e presi da altri luoghi)? Solo ora si accorge che il TSM2 non ha considerato gli impatti del nuovo sistema idrico per l’innevamento?

Se è vero, come afferma la nota del 6 Luglio, che nel progetto del TSM2 mancano tutte queste informazioni, su quali basi, ad esempio, la Soprintendenza competente si è espressa positivamente in sede di Conferenza di Servizi dando il proprio nullaosta sul parere paesaggistico? E su quali basi l’Area Urbanistica della Regione Lazio ha dato parere favorevole già il 20 marzo scorso? E, soprattutto, su quali basi i cittadini sono stati invitati ad esprimersi attraverso le osservazioni, atteso che neppure la Regione Lazio – dotata di strutture e competenze tecniche che i cittadini è fisiologico non abbiano – è riuscita a capire lo stato attuale dei luoghi che verranno investiti dal TSM2?

Le considerazioni che le Associazioni traggono da questa ulteriore dimostrazione di superficialità amministrativa sono molto amare e pesanti.

Primo: vi sono strutture della amministrazione pubblica che prendono decisioni senza radicarle nelle normative e nella razionalità tecnica, in assenza di informazioni basilari. Non sta a noi indicare quali siano i criteri altri che informano queste decisioni, ma non possiamo dire di non intuirli.

Secondo: gli unici a conoscere veramente il progetto TSM2 sono le Associazioni Ambientaliste che hanno profuso energia, intelligenza e competenza per evidenziare le incommensurabili falle del TSM2 e dei suoi predecessori; abbiamo letto le carte, abbiamo verificato dati e studi economici, abbiamo esplorato e ponderato la normativa, abbiamo ricercato quello che negli elaborati progettuali era assente oppure sbagliato, siamo stati sui luoghi e ci siamo ben documentati. Quindi sappiamo bene cosa succederà – impatti ambientali devastanti – e cosa non succederà, ovvero che il TSM2 non sarà un’occasione di sviluppo ma un ennesimo modo di sprecare soldi pubblici senza creare né attività sul Terminillo né lavoro.

Terzo: siamo stati praticamente gli unici a presentare osservazioni (molte delle altre sono rituali endorsement), ma a tali osservazioni nessuno ha risposto, poiché le controdeduzioni rese pubbliche sono evasive e parlano d’altro. Comprensibile, sarebbe stato impossibile dimostrare l’indimostrabile, ovvero che il TSM2 è un progetto sostenibile e redditizio in questo periodo storico. Le controdeduzioni sono debolissime ed aprono la strada – lo abbiamo già detto – a ricorsi amministrativi. Ricorsi, va aggiunto, che non riguarderanno solo lo specifico delle (mancate) controdeduzioni, ma cui chiederemo di far luce sui modi in cui i soldi pubblici sono stati spesi (ad esempio vorremmo sapere quante volte e perché sia stato pagato un progetto ripetutamente bocciato; poi chiarire la correttezza o meno delle spese già sostenute per ammodernare impianti, oppure dell’intreccio pubblico-privato alla base del progetto), ma anche quanto sia costato alla collettività un tavolo tecnico regionale che per oltre quattro anni ha impegnato il tempo e le energie (stipendiate) di dirigenti e funzionari, pervenendo all’invidiabile risultato di non sapere ad oggi neppure quali siano i luoghi trasformati dai nuovi impianti e quale sia il loro grado di antropizzazione.