TSM: FALSA PARTENZA per lo scenario previsto dal primo anno del Business plan
/in NOTSM, SOSTENIBILITA' ECONOMICA/da ValloninaTerminillo Stazione Montana: come perdere tre volte in un colpo solo
/in COMUNICATI, NOTSM, SOSTENIBILITA' AMBIENTALE/da ValloninaDopo la pronuncia del Consiglio di Stato, aumentano le probabilità che la folle utopia del TSM2 possa diventare realtà, nonostante la imperizia amministrativa mostrata costantemente in questi anni dai proponenti il progetto (la conferenza dei Servizi si sarebbe potuta già chiudere senza attendere il TAR ed il Consiglio di Stato).
I nostri amministratori ci raccontano che il TSM2 è l’ultima (e unica) spiaggia per risollevare le sorti di una intera provincia disgraziata, una sorta di sgangherato monumento alla loro incapacità di progettare e di programmare lo sviluppo di un territorio relativamente ampio.
Sono vittime della sindrome della disperazione di chi è a corto di idee, in questa “corsa” non si sono accorti che realizzare il progetto vuol dire perdere tre volte. Infatti, il TSM2 è un progetto contro:
Il Clima – anche il Terminillo è vittima del cambiamento climatico, diminuiscono costantemente le precipitazioni e con esse le giornate di innevamento e le temperature adatte all’innevamento artificiale.
L’Economia – la ristretta dimensione del mercato di riferimento non consente neanche di avvicinarsi da lontano agli obiettivi messi nero su bianco dalla Provincia di Rieti, tanto ambiziosi da diventare fantasiosi.
L’Ambiente – i nuovi impianti insistono su alcune delle aree più interessanti e suggestive da un punto di vista ambientale del nostro territorio (come la Vallonina) diminuendone fortemente il potenziale per un loro sfruttamento turistico tutto l’anno.
Ci sono tutte le condizioni affinché si realizzi un’ennesima opera pagata solo dai soldi dei cittadini. Il destino dei nuovi impianti, se realizzati, è quella di fare la fine degli altri relitti, non rimossi, che possiamo ammirare ancora oggi immersi nei boschi della Vallonina, deturpando per sempre un Sito di Interesse Comunitario il cuore verde dei Monti Reatini.
Le Associazioni Ambientaliste, le attiviste e gli attivisti del territorio rispettano le sentenze, anche quelle con un approccio molto elastico sulle norme, ma non cesseranno di seguire l’evoluzione del progetto riguardo la spesa dei soldi pubblici e del rispetto delle promesse fatte al territorio. Continueremo sulla nostra strada perché un’altra Economia Sostenibile e’possibile……
Battuta d’arresto per lo sciagurato progetto Terminillo Stazione Montana. Il Commissario agli Usi Civici dà ragione a Salviamo l’Orso e Balia dal Collare e condanna i Comuni e la TSM s.r.l. al pagamento delle spese processuali
/in COMUNICATI, NOTSM, TUTTI/da ValloninaIl 5 agosto scorso il Commissario agli Usi Civici per Lazio, Umbria e Toscana, Dott. Antonio Perinelli, ha deciso la causa demaniale (R.G. 20/2021) originata dall’esposto presentato dall’Associazione Salviamo l’Orso sostenuta dal lavoro del gruppo di attiviste di Balia dal Collare Rieti.
Dopo un iter giudiziario di tre anni il Commissario riconosce la demanialità dei terreni interessati dal progetto TSM2 e ne ordina la reintegrazione alle comunità di Leonessa, Cantalice e Micigliano. Inoltre, censura le amministrazioni comunali per le erronee procedure seguite in passato e fissa dei chiari criteri per i futuri mutamenti di destinazione.
La sentenza condanna i Comuni e la TSM S.r.l. a pagare le spese processuali e di CTU (Consulenza Tecnica d’Ufficio) e sarà trasmessa alla Procura della Repubblica presso la Corte dei Conti.
I Comuni non hanno espletato la procedura ad evidenza pubblica per la concessione delle terre ed hanno fornito “motivazioni insufficienti e stereotipate che non considerano l’impatto ambientale perpetuo degli impianti di funivia non essendovi garanzie di una loro rimozione né di un “reale beneficio” per le comunità”, quando “a causa del notorio cambiamento climatico con innalzamento delle temperature le precipitazioni nevose sull’Appennino sono destinate ad essere sempre minori”.
Il commissario riconosce che l’intera area è “di particolare pregio ambientale e, sostanzialmente, incontaminata” ed avverte che anche i corpi idrici sono di dominio collettivo ai sensi della legge 168/2017.
Salviamo l’Orso da sempre in prima linea nell’opposizione ai progetti di ampliamento dei bacini sciistici dell’Appenino centrale esprime la sua profonda soddisfazione per una sentenza che ristabilisce la legalità sui territori che i Comuni di Leonessa, Cantalice e Micigliano avevano “svenduto” alla TSM s.r.l.
La conferma che parte del progetto ricade su terreni demaniali è una buona notizia e un ottimo auspicio per l’udienza di merito sul ricorso delle associazioni contro l’autorizzazione concessa al TSM dalla Regione Lazio, che il Consiglio di Stato ha fissato al 19 settembre p.v.
I progetti come il TSM o quelli che la Regione Abruzzo prevede con fondi pubblici nel Parco della Majella (Passo Lanciano) e sui Monti Gemelli (TE) sono senza alcuna giustificazione economica, destinati al fallimento e forieri solo di devastazioni ambientali. La politica li usa per sovvenzionare con i nostri soldi la propria “clientela” ed il loro unico risultato è la devastazione del capitale naturale dell’Appennino centrale e l’impoverimento delle comunità locali. Il fallimento dell’idea che lo sci da discesa possa essere oggi in Appennino il volano per lo sviluppo economico di questi territori è sotto gli occhi di tutti ed è evidente anche nell’ultimo ridicolo provvedimento del Governo che destina a fondo perduto 13 milioni di euro per i comprensori sciistici della dorsale appenninica danneggiati dalla mancanza di neve dello scorso inverno, una situazione che ormai si ripete anno dopo anno.
Il gruppo di attiviste della Provincia di Rieti Balia dal Collare, impegnata nella difesa del territorio anche da altre forme di estrattivismo e privatizzazione delle risorse naturali (come quella dell’acqua) si auspica che questa sia la fine di un progetto delirante che ipotizzava innevamenti artificiali, concessioni ad personam, e che ha rappresentato un elemento conflittuale sul territorio. Le narrazioni in favore del progetto TSM2 sono state spesso divisive e tendenziose, volte a creare il “nemico” e a svilire le ragioni di chi vi si opponeva. Per troppi anni esse hanno proposto un’idea di sviluppo economico della montagna anacronistico e dannoso per gli ecosistemi. Le attiviste, alla luce della sentenza, esprimono fiducia nel fatto che le amministrazioni comunali non perseverino nell’assecondare interessi privati minoritari, e che usino infine le risorse economiche pubbliche per una valorizzazione capace di coniugare onestamente lavoro e salvaguardia del territorio alla luce dei cambiamenti climatici.
SALVIAMO L’ORSO OdV e Balia dal Collare – Rieti
Rieti 19 Agosto 2024
TSM – Non sarà una discutibile sentenza del TAR che renderà utile il Progetto TSM per la società reatina
/1 Commento/in COMUNICATI, NOTSM/da ValloninaCon una sentenza frutto di interpretazioni molto azzardate, e che glissa sulla maggior parte dei rilievi fondamentali proposti dai ricorrenti, il TAR del Lazio ha rigettato il ricorso proposto da sei associazioni ambientaliste riconosciute a livello nazionale (CAI, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, Salviamolorso, WWF Italia) nonostante le loro motivazioni fossero solide ed ancorate alla tutela dell’interesse pubblico.
La sentenza è peraltro in palese contrasto con quanto rilevato dal Ministero per la Transizione Ecologica in merito alla incompatibilità del Progetto TSM con la normativa europea di tutela della Rete Natura 2000
Non è certo una bella notizia, ma non sarà neppure il viatico definitivo di un progetto che va contro l’ambiente ed il paesaggio del Terminillo, incapace di interpretarne le potenzialità ma purtroppo suscettibile di ipotecarne il futuro andando contro quello sviluppo sostenibile che le amministrazioni regionale e locali continuano a non mettere al centro della propria azione.
Il ricorso era fondato su aspetti rilevanti quali il devastante impatto ambientale su ambienti protetti a livello comunitario e la violazione delle norme di pianificazione paesaggistica ed urbanistica che ne tutelano la integrità; ma, come sosteniamo da quando il Progetto TSM ha visto la luce, la sua insostenibilità è anche economica, e non vi sarà nessuna sentenza del TAR che potrà aggirare questo ostacolo.
Ai rilievi sul fallimentare bilancio economico del TSM e sulla fragilità – per non dire inconsistenza – della sua capacità di produrre sviluppo di alcun tipo, la Regione Lazio non ha mai dato risposte e continua a non darne; questa rinuncia della amministrazione pubblica a valutare la efficacia dei progetti che finanzia si sta purtroppo riproponendo anche nella attuazione del PNRR, che ospita progetti – non certo tutti, ma molti – che si tradurranno in un inutile spreco di risorse pubbliche e che affosseranno lo sviluppo piuttosto che promuoverlo.
Rimaniamo convinti che il Terminillo meriti ben altro, ed i segnali in tal senso sono chiarissimi; lo sci invernale è agonizzante da decenni – e non certo per l’azione degli ambientalisti, come si vorrebbe far credere – mentre il cambiamento climatico rende e renderà sempre più anacronistico il suo rafforzamento a quote basse quali quelle del Terminillo; di converso, le migliaia di persone che hanno frequentato il Terminillo durante la pandemia (e che continuano a farlo) sono testimoni della attrattività delle forme di fruizione basate sulla Natura, sul trekking multistagionale, su una pluralità di pratiche sportive e ricreative, sulla ospitalità diffusa e sulla qualità delle produzioni locali, tutti aspetti che il TSM ignora puntando esclusivamente a realizzazioni infrastrutturali che aggiungeranno relitti a quelli già presenti sul Terminillo.
Questa sentenza del TAR non metterà quindi la parola fine ad una visione diversa del futuro del Terminillo, visione interprete di uno sviluppo sostenibile e che – in nome delle generazioni future – vedrà ulteriormente incrementare il nostro consapevole impegno nel concretizzarla.
7.6.2022
Le associazioni: Mountain Wilderness Italia, Club Alpino Italiano Sez. Leonessa, Italia Nostra – Sabina e Reatino, Salviamo il Paesaggio – Lazio e Rieti, FederTrek – Escursionismo Ambiente, Salviamo l’Orso, Inachis Sez. Gabriele Casciani Rieti, Postribù, WWF Lazio, Balia dal Collare
TSM – ESPOSTO ALLA CORTE DEI CONTI, NO A INTERVENTO CASSA DEPOSITI E PRESTITI
/in COMUNICATI, NOTSM, SOSTENIBILITA' ECONOMICA/da ValloninaAlcune associazioni nazionali del Comitato #NOTSM2, con alcuni privati cittadini, hanno presentato in data 03/11/2021 una segnalazione alla Corte dei Conti per chiedere una verifica sull’inefficienza dei meccanismi che sovraintendono la spesa e il conseguente spreco di denaro pubblico. In questa fase di ripresa della spesa pubblica post pandemia per la PA è fondamentale potenziare gli strumenti di valutazione dei progetti di investimento per selezionare iniziative che abbiano un alto impatto sulla crescita, elevati moltiplicatori del PIL e coerenza con la “nuova” filosofia Europea di conservazione e arricchimento del Patrimonio Naturale.
Il TSM2 e le decine di progetti che sono proliferati per la creazione e per l’ampliamento di impianti di risalita dello sci rappresentano tutto quello che non bisogna fare: sono iniziative all’interno di un mercato in declino, non remunerano gli investimenti, hanno gestioni deficitarie che richiedono continue erogazioni di contributi pubblici, dilapidano parti importanti del Patrimonio Naturale, valori e asset economici da preservare. Si tratta di perdita di ecosistemi che sostengono le attività umane, oggi quanto mai da preservare per contrastare la crisi ambientale, utili per le generazioni future.
La vicenda del TSM2 evidenzia come le amministrazioni pubbliche spesso mettano in campo strumenti di programmazione economica inadeguati e soprattutto non procedano alla valutazione economico finanziaria delle iniziative. La comunicazione dimostra in modo analitico la conclamata inconsistenza del Piano Economico presentato dalla Provincia di Rieti e denuncia il comportamento della Regione Lazio che ha ignorato totalmente l’aspetto economico dell’iniziativa, oltre l’approssimazione che ha caratterizzato il processo istruttorio, come dimostrano le censure da parte di una Direzione della stessa Regione e del Ministero della Transizione Ecologica che hanno, di fatto, bloccato l’iter autorizzativo.
In questo scenario e in mancanza di investitori privati, l’eventuale esito positivo dell’istruttoria pendente presso la Cassa Depositi e Prestiti per la sottoscrizione di un accordo di partenariato, rappresenterebbe un pesante precedente rispetto alle numerose fallimentari iniziative simili al TSM2, presenti sul territorio nazionale.
Una spesa pubblica erogata inconsapevolmente e non sostenuta da una corretta logica economica è un fattore distorsivo della concorrenza, discriminatorio nei confronti dei singoli operatori nonché della distribuzione del reddito tra territori, oltre a rappresentare un formidabile moltiplicatore di sprechi.
Leonessa – Terminillo: i soldi per la messa in sicurezza della strada SP10 (panoramica) ci sono, ma nessuno lo sa
/in COMUNICATI, FAKE, NOTSM, TUTTI/da ValloninaFoto: Uniti per Leonessa ©
È andato in onda l’ulteriore atto, temiamo non sia l’ultimo, della deprimente rappresentazione della scarsa capacità della nostra classe politica locale a tutti i livelli.
C’è chi organizza sit-in e c’è chi come il Presidente della provincia di Rieti afferma che i soldi ci sono sì, ma non si possono spendere, perché bisogna attendere la progettazione esecutiva del TSM2.
IL TSM2 non prevede la messa in sicurezza della strada, pertanto non c’è nessun nesso tra messa in sicurezza e avanzamento del TSM2.
In realtà i soldi per la strada ci sono e sono ricompresi nell’ordinanza n. 64 del 6 settembre 2018 firmata dal Commissario Straordinario del Governo Ricostruzione Sisma 2016, e la cosa incredibile è che la Provincia, nell’ambito dell’iter del progetto del TSM2, ha affermato in documenti ufficiali di essere a conoscenza dell’esistenza di tali fondi e che saranno quelli usati per garantire la messa in sicurezza di cui beneficerà il TSM
Peraltro, al riguardo, il presidente della provincia dovrebbe spiegare come, in assenza della progettazione esecutiva del TSM2, si siano potuti invece erogare quasi 8 milioni per realizzare tra l’altro i due impianti di risalita di Leonessa.
Sono trascorsi tre anni e i soldi giacciono tranquilli in attesa di essere spesi. Invece di lanciare grida di dolore e organizzare sit-in di protesta sarebbe stato più produttivo mettere in atto tutte quelle azioni che probabilmente avrebbero portato a soluzione il problema, tempo ce n’era.
Magari questo territorio si merita una classe dirigente con maggiore competenza e attenzione, per non dimenticarsi di avere a disposizione le risorse per risolvere i problemi del territorio.
Il TSM inciampa sugli Usi Civici
/1 Commento/in COMUNICATI, NOTSM/da ValloninaIn data 20 marzo 2021 il presidente della Provincia di Rieti, Mariano Calisse, in un’intervista rilasciata per il Messaggero, aveva reso pubblico che la Provincia di Rieti era pronta a chiudere la Conferenza dei Servizi per procedere con il completamento dell’iter di approvazione del progetto TSM2. In particolare aveva fatto riferimento alla necessità di “limare” la questione relativa agli Usi Civici e all’ottenimento delle relative autorizzazioni al mutamento di destinazione d’uso dei terreni interessati dalla realizzazione degli impianti.
E’ notizia di poche ore fa che la Direzione Regionale Agricoltura della Filiera e della Cultura del Cibo Caccia e Pesca – Area “Legislativa e Usi Civici” ha risposto al sollecito fatto dalla Provincia – che chiedeva il rilascio delle autorizzazioni entro il 5 aprile – che tale richiesta è “priva di riscontro giuridico procedurale”.
Nel 2017 il quadro normativo e giurisprudenziale è totalmente mutato, per effetto della legge 168/2017 e della sentenza della Corte costituzionale 113/2018, portando alla condizione per cui all’autorizzazione al mutamento di destinazione d’uso del dominio collettivo (usi civici) concorrano anche le Soprintendenze e il Ministero della Cultura.
La Direzione Regionale deputata agli Usi Civici rileva pertanto l’inadeguatezza della procedura adottata ed il mancato coinvolgimento di tutti gli enti competenti in materia, sollecitando un incontro con il RUP della Provincia di Rieti per la Conferenza dei Servizi “al fine di chiarire le questioni sopra evidenziate e concordare modalità operative condivise”. Questioni non di poco conto, in quanto l’autorizzazione del mutamento alla destinazione d’uso dei beni collettivi, rappresenta un presupposto all’apertura della Conferenza dei Servizi, invalidando tutti i pareri e le autorizzazioni già emesse tra cui troviamo anche il parere di compatibilità ambientale della VIA e della VINCA.
Se non viene sciolto questo nodo, andrebbero a mancare le fondamenta del progetto, ovvero la possibilità di intervenire su una buona porzione delle aree interessate dagli interventi, in particolare il collegamento nella Vallonina. Il TSM si sta configurando come un progetto mandato in autorizzazione senza avere la disponibilità delle aree di intervento, come se un privato avesse presentato il progetto di una casa su un terreno non suo.
Grazie alla approfondita analisi condotta dai componenti della Balia dal Collare per portare alla luce tali carenze, con il supporto dell’associazione Salviamo l’Orso e insieme all’intero cartello delle associazioni NOTSM, possiamo dire che finalmente le argomentazioni proposte in merito ad irregolarità nel processo di autorizzazione del TSM hanno trovato riscontro.
Questo è avvenuto nonostante molte volte siamo stati additati come persone che parlavano senza cognizione di causa e senza conoscere il territorio. I fatti dimostrano esattamente il contrario e pretendiamo che vengano rispettate le corrette procedure che tengano conto della legalità e della trasparenza amministrativa.
Balia Dal Collare
Salviamo L’Orso
Associazioni #NoTSM
TSM: il 2021 sancirà l’insostenibilità economica e ambientale del progetto. Si vada verso il riconoscimento del reale valore del Terminillo.
/in COMUNICATI, FAKE, NOTSM, SOSTENIBILITA' AMBIENTALE, SOSTENIBILITA' ECONOMICA/da ValloninaAll’alba del 2021, l’annuncio del parere dell’Area Valutazione d’Incidenza della Regione Lazio al Piano di interventi denominato Terminillo Stazione Montana ha fatto brindare tutti i promotori del TSM al successo, in una rincorsa a prendersi il merito di un’autorizzazione che ancora non c’è.
Un parere pubblicato tra spumanti e panettoni, ma che presenta molti passaggi incomprensibili e inaccettabili, primo fra tutti la mancata firma del Dirigente dell’Area Vinca. Il documento è oltretutto debole in molti punti e con aspetti dichiaratamente non valutati aprendo così la possibilità di distruggere svariati ettari di faggeta in Vallonina, in parte tutelati anche dalla Rete Natura 2000, contraddicendo i pareri del 2010 e del 2015 con i quali la stessa Area Vinca aveva bocciato il progetto nella sua interezza.
Come associazioni che seguono da anni il procedimento di VIA, anche con diverse proposte che avrebbero da tempo consentito lo sblocco dei fondi regionali a favore di un rilancio sostenibile per il Terminillo, abbiamo di conseguenza presentato formale diffida agli organi competenti a concludere il procedimento con pareri privi di validità o non ancora acquisiti e senza tenere conto dell’annullamento del Piano Paesistico della Regione Lazio, ad opera della Corte Costituzionale pochi mesi fa, e di numerose autorizzazioni invalidate dall’evoluzione della normativa nei sei anni del procedimento.
L’unica buona notizia che accogliamo favorevolmente è quella del riconoscimento dell’impatto estensivo sulla faggeta, come già evidenziato dalle nostre osservazioni, che ha portato al parere negativo sul collegamento tra la Sella di Cantalice e gli impianti di Campo Stella in Vall’Organo con numerose prescrizioni sugli interventi rimanenti.
Il riconoscimento del valore estensivo delle faggete e dell’annullamento di un Piano Paesistico, che è stato bocciato proprio per la mancanza di una sufficiente tutela delle “Terre Alte” dalle speculazioni legate all’ampliamento degli impianti sciistici, riteniamo non potrà che portare ad ulteriori pareri negativi in sede di valutazione finale della compatibilità ambientale.
Se così non sarà, le associazioni sono pronte a ricorrere, nelle sedi appropriate, contro ogni atto che possa minare la tutela dei beni ambientali e comuni del territorio del comprensorio del Terminillo.
Un futuro migliore per il Terminillo è possibile. La saturazione del mercato dello sci da discesa nelle poche stazioni ad alta quota rimaste sta spingendo verso la diversificazione del business della montagna con un coinvolgimento sempre più intenso del tessuto dei centri in rete sul territorio. Ce lo ha dimostrato l’assalto che abbiamo visto nella fase Covid, ad impianti fermi, con centinaia di persone alla ricerca di natura, buon mangiare e benessere. Ma bisogna essere pronti ad accogliere queste nuove opportunità con servizi e strategie adeguate.
Infine la petizione consegnata in regione Lazio con 15.000 firme (luglio 2020) e oggi a quota 17.000 è stata rilanciata. Invitiamo tutti ad aderire perché ognuno di noi possa salvare il bosco della Vallonina.
www.change.org/p/regione-lazio-salviamo-terminillo-fermiamo-un-progetto-inutile-e-dannoso-notsm
L’ANNULLAMENTO DEL PIANO PAESAGGISTICO DEL LAZIO GETTA NUOVE OMBRE SUL TSM
/in COMUNICATI, NOTSM, SOSTENIBILITA' AMBIENTALE/da ValloninaAnche le forzature sulla disciplina dei paesaggi montani hanno contribuito all’annullamento del Piano Territoriale Paesaggistico Regionale del Lazio; una occasione per ripensare le strategie per le montagne del Lazio e arrestare la devastazione del Terminillo
La Corte Costituzionale, con sentenza pubblicata pochi giorni fa, ha annullato il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) del Lazio, e lo ha fatto perchè la Regione Lazio ha violato il principio di leale collaborazione tra istituzioni.
Il testo del PTPR concordato con il MiBACT come legge impone, infatti, avrebbe dovuto essere approvato tal quale dal Consiglio Regionale, che di converso ha licenziato un testo modificato in più parti e contenente norme che scardinano l’obbligo di copianificazione Stato-Regione e che allentano le tutele di molti beni paesaggistici tra cui le aree montane, dove il PTPR manomesso avrebbe consentito la realizzazione di impianti sciistici, impianti di innevamento artificiale e attrezzature ricettive al di sopra della fascia dei 1200 metri.
Questa disattenzione nei confronti della tutela paesaggistica della montagna purtroppo non sorprende.
Da anni – attraverso le ripetute osservazioni presentate nell’ambito delle procedure di VIA del progetto Terminillo Stazione Montana (TSM) – il Comitato del #noTSM ha rilevato come la Regione Lazio interpretasse in maniera ingiustificatamente estensiva le norme del PTPR, e come tali interpretazioni collidessero in maniera sostanziale anche con le Direttive Comunitarie, il tutto per consentire la realizzazione di un progetto devastante per il paesaggio e per l’ambiente, economicamente fallimentare e posto fuori dal tempo dal climate change.
Duole constatare che fino ad oggi questa insensibilità regionale è stata sostanzialmente condivisa dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Province di Frosinone, Rieti e Latina, che ha già emesso parere paesaggistico positivo sul TSM nonostante al tempo di formazione dell’atto fossero in vigore le norme più restrittive di quelle successivamente manomesse dalla Regione Lazio.
Il nostro auspicio è che questa vicenda spinga la Regione Lazio a considerare con maggiore consapevolezza la tutela paesaggistica del suo territorio, e che tale consapevolezza si estenda anche alle strutture periferiche del MiBACT.
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