Battuta d’arresto per lo sciagurato progetto Terminillo Stazione Montana. Il Commissario agli Usi Civici dà ragione a Salviamo l’Orso e Balia dal Collare e condanna i Comuni e la TSM s.r.l. al pagamento delle spese processuali

Il 5 agosto scorso il Commissario agli Usi Civici per Lazio, Umbria e Toscana, Dott. Antonio Perinelli, ha deciso la causa demaniale (R.G. 20/2021) originata dall’esposto presentato dall’Associazione Salviamo l’Orso sostenuta dal lavoro del gruppo di attiviste di Balia dal Collare Rieti.

Dopo un iter giudiziario di tre anni il Commissario riconosce la demanialità dei terreni interessati dal progetto TSM2 e ne ordina la reintegrazione alle comunità di Leonessa, Cantalice e Micigliano. Inoltre, censura le amministrazioni comunali per le erronee procedure seguite in passato e fissa dei chiari criteri per i futuri mutamenti di destinazione.

La sentenza condanna i Comuni e la TSM S.r.l. a pagare le spese processuali e di CTU (Consulenza Tecnica d’Ufficio) e sarà trasmessa alla Procura della Repubblica presso la Corte dei Conti.

I Comuni non hanno espletato la procedura ad evidenza pubblica per la concessione delle terre ed hanno fornito “motivazioni insufficienti e stereotipate che non considerano l’impatto ambientale perpetuo degli impianti di funivia non essendovi garanzie di una loro rimozione né di un “reale beneficio” per le comunità”, quando “a causa del notorio cambiamento climatico con innalzamento delle temperature le precipitazioni nevose sull’Appennino sono destinate ad essere sempre minori”.

Il commissario riconosce che l’intera area èdi particolare pregio ambientale e, sostanzialmente, incontaminata” ed avverte che anche i corpi idrici sono di dominio collettivo ai sensi della legge 168/2017.

Salviamo l’Orso da sempre in prima linea nell’opposizione ai progetti di ampliamento dei bacini sciistici dell’Appenino centrale esprime la sua profonda soddisfazione per una sentenza che ristabilisce la legalità sui territori che i Comuni di Leonessa, Cantalice e Micigliano avevano “svenduto” alla TSM s.r.l.

La conferma che parte del progetto ricade su terreni demaniali è una buona notizia e un ottimo auspicio per l’udienza di merito sul ricorso delle associazioni contro l’autorizzazione concessa al TSM dalla Regione Lazio, che il Consiglio di Stato ha fissato al 19 settembre p.v.

I progetti come il TSM o quelli che la Regione Abruzzo prevede con fondi pubblici nel Parco della Majella (Passo Lanciano) e sui Monti Gemelli (TE) sono senza alcuna giustificazione economica, destinati al fallimento e forieri solo di devastazioni ambientali. La politica li usa per sovvenzionare con i nostri soldi la propria “clientela” ed il loro unico risultato è la devastazione del capitale naturale dell’Appennino centrale e l’impoverimento delle comunità locali. Il fallimento dell’idea che lo sci da discesa possa essere oggi in Appennino il volano per lo sviluppo economico di questi territori è sotto gli occhi di tutti ed è evidente anche nell’ultimo ridicolo provvedimento del Governo che destina a fondo perduto 13 milioni di euro per i comprensori sciistici della dorsale appenninica danneggiati dalla mancanza di neve dello scorso inverno, una situazione che ormai si ripete anno dopo anno.

Il gruppo di attiviste della Provincia di Rieti Balia dal Collare, impegnata nella difesa del territorio anche da altre forme di estrattivismo e privatizzazione delle risorse naturali (come quella dell’acqua) si auspica che questa sia la fine di un progetto delirante che ipotizzava innevamenti artificiali, concessioni ad personam, e che ha rappresentato un elemento conflittuale sul territorio. Le narrazioni in favore del progetto TSM2 sono state spesso divisive e tendenziose, volte a creare il “nemico” e a svilire le ragioni di chi vi si opponeva. Per troppi anni esse hanno proposto un’idea di sviluppo economico della montagna anacronistico e dannoso per gli ecosistemi. Le attiviste, alla luce della sentenza, esprimono fiducia nel fatto che le amministrazioni comunali non perseverino nell’assecondare interessi privati minoritari, e che usino infine le risorse economiche pubbliche per una valorizzazione capace di coniugare onestamente lavoro e salvaguardia del territorio alla luce dei cambiamenti climatici.

SALVIAMO L’ORSO OdV e Balia dal Collare – Rieti

Rieti 19 Agosto 2024

Postribù: “Terminillo al verde. Epilogo di un fallimento politico”

fonte: https://www.rietinvetrina.it/postribu-terminillo-al-verde-epilogo-di-un-fallimento-politico/

Per il Terminillo, la stagione sciistica 2023-2024 è terminata ancor prima di cominciare e, come lamentato dagli operatori turistici, i mesi invernali hanno segnato un conseguente drastico declino dal punto di vista economico. Tutto ciò è evidenza di un fallimento di tutta la classe politica di Rieti, che ha perso 30 anni ostinandosi a negare l’evidenza dei cambiamenti climatici, e di quegli imprenditori che hanno fatto di tutto per orientare la politica stessa al “core business” dello sci. La maggior parte dei rappresentanti che ha amministrato Comune capoluogo, Provincia e Regione Lazio ha preferito denigrare quelle associazioni che da decenni propongono incessantemente un nuovo modo di vivere la montagna, un modello, cioè, di sostenibilità ambientale ed economica allo stesso tempo.

“Stiamo valutando la presenza di finanziamenti che possono consentire di creare un’impiantistica alternativa” ha affermato l’assessore al Turismo del Comune di Rieti nell’intervista di ieri (28 gennaio ndr) al TGR Lazio. Cominciare oggi a rincorrere finanziamenti per diversificare l’offerta turistica significa non essersi fatti trovare pronti di fronte ad un cambiamento epocale ma ampiamente prevedibile e previsto da tutta la scienza ufficiale. Comunque, meglio tardi che mai! Ma ci teniamo a precisare che, anche senza finanziamenti, è possibile fare da subito qualcosa!

Basti solo pensare alle tante settimane bianche con le scuole che stanno saltando la programmazione. Perché non riconvertirle in settimane verdi e dare un’opportunità a bambini e adolescenti di conoscere appieno il Terminillo e i monti reatini? Esistono già molte attività che possono essere praticate senza neve, accompagnati da divulgatori esperti che sapranno far apprezzare e rispettare la natura che ci circonda e la sua evoluzione in questi tempi di profondo cambiamento. Se poi ci fosse la possibilità di recuperare parte dei 20 milioni di euro che stanno per essere bruciati per i nuovi impianti sciistici del TSM, ben venga. Sicuramente non mancano le buone pratiche da cui prendere spunto per investire queste risorse. E’ una questione di scelte”.

Così nella nota Postribù

TSM, aperta la caccia al capro espiatorio

L’iniziativa della ProLoco Terminillo di promuovere azioni legali collettive contro “non ben identificati soggetti e associazioni ambientaliste sedicenti tali”, accusate di aver danneggiato irrimediabilmente l’opera di sviluppo del tessuto economico e sociale del Monte Terminillo, si configura come un estremo tentativo di dare una risposta alla comprensibile e crescente frustrazione degli operatori del Terminillo che hanno assistito impotenti alla progressiva dissoluzione della stazione sciistica. Un tentativo di costruire un alibi da poter usare in piazza con chi torna nel comprensorio per le feste e che si interroga sui tanti proclami di vittoria del passato, che si son persi nel vento.

La ProLoco del Terminillo pare determinata ad “individuare qualsiasi azione necessaria, a contrastare chi si oppone al progetto di rilancio TSM2, non escludendo in ultima istanza, anche le vie legali”. Il Cartello delle Associazioni NOTSM è al fianco della ProLoco Terminillo per individuare le reali cause di un degrado che dura ormai da decine d’anni, perseguendo il ripristino della legalità in una vicenda che presenta molti aspetti ancora da chiarire e su cui è necessario fare luce.

Il TSM si è incagliato su aspetti tecnici che le Associazioni NOTSM hanno solo evidenziato nelle sedi preposte, nei modi e nei termini consentiti dalla legge. Nel ricorso al TAR le Associazioni hanno chiesto una verifica riguardo la tutela ambientale che doveva essere garantita nei siti Natura 2000, su cui la Regione Lazio ha emesso un parere talmente discutibile che lo stesso Ministero per la Transizione Ecologica (MiTE) ha consigliato alla Regione di tornare sui suoi passi in autotutela. Riguardo gli Usi Civici, la superficialità dei proponenti ha fatto dimenticare le autorizzazioni fondamentali che sono alla base di qualsiasi progetto e che, se confermate, porterebbero il TSM all’anno zero, tutto da rifare. Si è arrivati al punto che anche la Regione, pur volendo, non può risolvere una grana di tale portata. Anche riguardo la ricerca di fondi da affiancare a quelli della Regione Lazio si scontra contro la dura realtà di un progetto insostenibile dal punto di vista economico.

Prendendo coscienza degli scogli su cui si è fermato il TSM, la ProLoco Terminillo avrà tutto il supporto delle Associazioni per porre le giuste domande a chi finora ha avuto il timone di un progetto, pensato per la riqualificazione del comprensorio del Terminillo, che, dopo aver attinto risorse da un contributo della Regione Lazio, si è perso in svariate versioni di progetti e consulenze, incagliandosi su problemi generati da questi stessi. In questo contesto Leonessa, con procedure ed effetti sul bilancio comunale ancora da verificare, non ha aspettato l’approvazione del TSM anticipando le spese per riqualificare gli impianti già esistenti di Campo Stella, mentre il Terminillo stava alla finestra.

Le Associazioni sono disponibili ad aiutare la ProLoco a correggere il tiro del dito che ha puntato su chi si oppone nella totale legalità, per dirigerlo verso chi cerca di nascondere un fallimento annunciato che sta ricadendo sul tessuto economico e sociale del Monte Terminillo.

Leonessa – Terminillo: i soldi per la messa in sicurezza della strada SP10 (panoramica) ci sono, ma nessuno lo sa

Foto: Uniti per Leonessa ©

È andato in onda l’ulteriore atto, temiamo non sia l’ultimo, della deprimente rappresentazione della scarsa capacità della nostra classe politica locale a tutti i livelli.

C’è chi organizza sit-in e c’è chi come il Presidente della provincia di Rieti afferma che i soldi ci sono sì, ma non si possono spendere, perché bisogna attendere la progettazione esecutiva del TSM2.

IL TSM2 non prevede la messa in sicurezza della strada, pertanto non c’è nessun nesso tra messa in sicurezza e avanzamento del TSM2.

In realtà i soldi per la strada ci sono e sono ricompresi nell’ordinanza n. 64 del 6 settembre 2018 firmata dal Commissario Straordinario del Governo Ricostruzione Sisma 2016, e la cosa incredibile è che la Provincia, nell’ambito dell’iter del progetto del TSM2, ha affermato in documenti ufficiali di essere a conoscenza dell’esistenza di tali fondi e che saranno quelli usati per garantire la messa in sicurezza di cui beneficerà il TSM

Peraltro, al riguardo, il presidente della provincia dovrebbe spiegare come, in assenza della progettazione esecutiva del TSM2, si siano potuti invece erogare quasi 8 milioni per realizzare tra l’altro i due impianti di risalita di Leonessa.

Sono trascorsi tre anni e i soldi giacciono tranquilli in attesa di essere spesi. Invece di lanciare grida di dolore e organizzare sit-in di protesta sarebbe stato più produttivo mettere in atto tutte quelle azioni che probabilmente avrebbero portato a soluzione il problema, tempo ce n’era.

Magari questo territorio si merita una classe dirigente con maggiore competenza e attenzione, per non dimenticarsi di avere a disposizione le risorse per risolvere i problemi del territorio.

Un altro Appennino è possibile

Una tavola rotonda sul futuro del Corno alle Scale, dell’Appennino e della montagna tutta: la tutela del paesaggio, la vita all’aria aperta e l’attività fisica come scelte irrinunciabili per superare questa crisi e tutte le crisi che verranno.Un’occasione per ripensare a noi stessi e al nostro rapporto con gli ambienti in cui viviamo.Tante voci, nessun logo.
Perché l’Appennino è uno.
E la montagna è di tutti.


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Dialogo conPaolo Piacentini, autore del libro “Appennino atto d’amore” e Presidente Nazionale FederTrek

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Interverranno:
LUCA MERCALLI – autore del libro “Salire in montagna”
MICHELE SERRA – giornalista
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Coordina Paolo Carati
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Relatori presenti:

🔺 FAUSTO BONAFEDE – WWF

🔺 MAURIZIO FABBRI – Presidente Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese

🔺 SALVATORE DI RUZZA

🔺 FABIO VALENTINI – Mountain Wilderness Schweiz

🔺 BARBARA PANZACCHI – Presidente Unione dei comuni Savena-Idice

🔺 ANDREA GARREFFA – cofondatore 6000 sardine

🔺  Pierluigi Musarò – direttore Itaca migranti e viaggiatori – Festival del Turismo Responsabile

🔺 VITTORIO MONZONI- Legambiente Onlus

La montagna italiana senza neve

La montagna italiana senza neve

Il riscaldamento globale riduce l’innevamento ma si costruiscono ancora impianti di risalitaAldo CucchiariniInes MillesimiLuigi CasanovaPaolo Paci
Ricevi un promemoria

Il cambiamento climatico sta trasformando radicalmente il modo in cui possiamo “vivere” la montagna. Nonostante l’innalzamento delle temperature e la riduzione delle precipitazioni si moltiplicano in tutta Italia, dalle Alpi agli Appennini, progetti per realizzare nuovi impianti di risalita per favorire lo sci di discesa. L’incontro offre la possibilità di analizzare il problema a partire da tre “casi studio” esemplari, per ripensare la fruizione della montagna.

Con esperti e attivisti: Luigi Casanova e Aldo Cucchiarini di Mountain Wilderness, Ines Millesimi di Italia Nostra.

Modera Paolo Paci, direttore scientifico della testata Meridiani Montagne (a partire dal numero di gennaio 2021)

Organizzato da: Insieme nelle Terre di mezzo Onlus

I proponenti del TSM continuano stoicamente a raccontare una storia a cui è difficile credere.

La replica al nostro comunicato sulla Fabbrica dei debiti, è arrivata su il messaggero con un articolo “Rieti, Terminillo: Tsm, impianti ai massimi livelli nell’Appennino” https://www.ilmessaggero.it/rieti/rieti_terminillo_tsm_progetto-5367758.html

Ma ancora pare che sia difficile leggere i numeri https://www.ilmessaggero.it/rieti/rieti_terminillo_tsm_progetto-5369342.html

I proponenti del TSM2 continuano stoicamente a raccontare una storia a cui è difficile credere.

La ricapitolo sinteticamente, il nuovo comprensorio:

  1. Diviene il primo comprensorio dopo Roccaraso nella stagione 2021/2022, la prima stagione con innevamento artificiale e con impianti ancora non completati. Nella prima stagione 2020/2021 senza nuovi impianti e senza innevamento si limita a fare “solo” 100.000 presenze in più rispetto allo storico (!!)
  2. Raggiunge nella stessa stagione 280.000 presenze e poco meno del 30% di quota del mercato di riferimento (Roccaraso, Campofelice, Ovindoli) partendo da un posizionamento marginale (3/4%)
  3. Distacca, sempre nel 2021/2022 Campofelice di circa 100.000 presenze
  4. Nel 2021 fattura 5 milioni e supera agevolmente sia Campo Felice che Ovindoli

Apprezziamo la grande passione dei proponenti il TSM che permette loro di credere nell’impossibile, per contro  chiedo ai cittadini e alle Istituzioni che si apprestano a concedere contributi pubblici all’iniziativa se si può dar credito a questo racconto.

Auspichiamo che si possa organizzare un confronto pubblico sui numeri e sui dati.

FridaysForFuture Rieti: “Salviamo insieme il Terminillo e il suo futuro”

“Nato nel 2018 con le proteste di Greta Thunberg, FridayForFuture è un movimento globale pacifico che lotta contro tutte le istituzioni che sembrano non reagire a ciò che la natura ci sta dicendo: l’emergenza climatica soprattutto, il riscaldamento globale, le opere dell’uomo non rispettose della natura, i disastri idrogeologici…

Noi, nel nostro piccolo territorio e con la sigla di FridaysForFuture Rieti, abbiamo aderito a questa battaglia planetaria appoggiando i suoi ideali. Abbiamo inoltre aderito alla petizione apparsa su Change per la difesa del Terminillo, convinti che la nostra montagna abbia un valore ambientale assoluto da trasmettere al futuro, sopra ogni logica di sfruttamento massiccio non rispettoso dell’ambiente. Non crediamo affatto al potenziamento dell’industria turistica legata solo allo sci alpino, non crediamo che questa sia la soluzione per fare del bene al nostro territorio manomettendo per sempre il paesaggio.

Progetto:

il nuovo progetto TSM2 prevede 10 nuovi impianti di risalita oltre ai 7 già esistenti da ammodernare, 7 nastri trasportatori amovibili con cappottina, 37 km di piste di sci alpino a quota inferiore ai 1900 mt eccetto uno nuovo a Sella di Leonessa, 2 bacini di raccolta di acqua per l’innevamento artificiale, 7 nuovi rifugi.

Problema fondi:

per la costruzione del TSM2 sono previsti oltre 50 milioni di euro, se bastano. Attualmente i fondi pubblici disponibili ammontano a circa 20 milioni di euro, in parte già spesi per rifare gli impianti sciistici a Campo Stella a Leonessa. Prima domanda: chi aggiungerà gli oltre  30 MILIONI di euro restanti? Per questa enorme somma di natura pubblica e/o privata di cui parla il businessplan del TSM2 non si sono mai palesati imprenditori disposti a questo investimento. Questo non è una start-up, è un progetto passatista legato ad una visione di sviluppo del secolo passato, nostalgico e fuori tempo. Allora, tutte le condizioni erano diverse, sia sul piano delle precipitazioni nevose, sia sul piano economico e sociale. Quindi si ipotizza che, per completare il TSM2,  i 4 Comuni interessati (Rieti, Micigliano, Cantalice e Leonessa) dovranno accedere a un leasing presso le banche, o ordinario o a tasso agevolato. Ci domandiamo a questo punto: il Covid-19 non ha insegnato niente rispetto alle priorità più urgenti per la popolazione? Si possono indebitare ancora i Comuni già in rosso per un progetto che riguarda sciatori e “criptosciatori” che bisognerà convincere e sottrarre da altre stazioni sciistiche di tutto il Centro Italia sul Terminillo? Quante presenze giornaliere di sciatori bisogna fare per rimettere tutti gli ingenti debiti? Apprendiamo dal progetto che non c’è nessun piano di rientro economico programmato. Si basa sulla scommessa di portare sul Terminillo la quasi totalità degli sciatori del Centro d’Italia, a cominciare dalla prossima stagione sciistica. I sostenitori di TSM2 si esprimono convinti di un rilancio immediato e sempre in crescita, descrivendo una vivacità esuberante di soldi e di attività economiche ad esso correlate, ottimistiche e certe. Noi non ci crediamo per senso di realtà, o buon senso.

Problema innevamento artificiale/scarse precipitazioni:

Oltre a trascinare turisti dovremmo anche far nevicare: ebbene sì, per l’80% attraverso “cannoni sparaneve” che si appoggeranno a due bacini idrici di contenimento. E le temperature diurne degli inverni sempre più miti saranno in grado di mantenere i 30 cm di neve in pista per renderla sciabile? Ma l’acqua? Come è possibile pensare di riuscire a trasportare acqua in due bacini per sparare neve su 37km di piste quando le precipitazioni sono diminuite e siamo in piena grave crisi climatica? In data 18/05/2020 un’ordinanza del Comune di Leonessa recitava:  “Si è registrata una situazione di criticità dell’approvvigionamento idrico nell’area dell’intro ATO 3 – Rieti Lazio Centrale, determinata dalle scarsissime precipitazioni verificatesi nello scorso periodo autunnale ed invernale e destinata a non modificarsi nei prossimi mesi.” Noi siamo molto preoccupati.

Problema biodiversità:

per la costruzione degli impianti di TSM2 dovrebbero essere disboscati 17 ettari di faggete termofile, che vedono la presenza di specie protette, ra cui il Tasso, l’Ilex e l’Agrifoglio.   17 ettari corrispondono a circa 25 campi da calcio e mezzo. Il progetto TSM2 non cataloga specie e habitat potenzialmente in pericolo ma, come ben sappiamo, le specie faunistiche in pericolo sono innumerevoli su tutta l’area del bosco della Vallonina e verso Cantalice: dal lupo agli uccelli, e alle specie prioritarie, soprattutto il potenziale passaggio dell’orso marsicano che è già in via di estinzione. Il TSM2 mette in pericolo la natura, la flora e la fauna, gli  habitat e le specie prioritarie, anche perché non si considera che tutto questo potrebbe avvenire a ridosso di siti “Natura 2000” protetti dall’UE. Siamo indignati che tutto questo non sia da considerarsi di interesse pubblico da proteggere, valorizzare e trasmettere alle generazioni future.

Problema posti di lavoro/turismo

Nella realizzazione del TSM2 sono previsti dai sindacati oltre 4.500 posti di lavoro in conseguenza dell’investimento complessivo di oltre 50 milioni di euro. Indotto per oltre 4500 persone? Per trasformare Terminillo in Courmayeur, mancano sia numeri che soldi, oltre che l’altitudine della montagna e il contesto storico-ambientale! Chi convincerà gli sciatori a percorrere una strada come la Salaria per raggiungere una montagna dove si scia meno di tre mesi l’anno a quote inferiori ai 1900mt con l’80% di innevamento artificiale, con una non favorevole esposizione climatica, interessata ai venti caldi del Tirreno e non dei Balcani? E se il progetto andrà a buon fine, ma la valanga di turisti sciatori e di settimane bianche non ci saranno? Oppure, se finiranno i soldi e si abbandonerà il progetto a metà costruzione, come è accaduto per gli spogliatoi del Campo d’Altura e la piscina che si trovano attualmente abbandonati, cosa ne sarà del turismo a Terminillo? Siamo ironici: non è che il Terminillo diventerà il luogo di un turismo di ecomostri, con altri 7 rifugi da mantenere?

Possibilità di utilizzare i fondi pubblici per modernizzare gli impianti preesistenti e salvaguardare la montagna:

la montagna rappresenta l’ultima avanguardia della biodiversità incontaminata, il posto dove ci sono le risorse più pulite del pianeta (aria, terra, acqua), un luogo dove la natura non dovrebbe essere intaccata e impattata, ma al contrario, salvaguardata il più possibile. La montagna è il polmone che si contrappone allo scempio inquinante che è la città. La montagna è dove ci rifugiamo per vivere comportamenti diversi dalla città.  Detto ciò, perché non investire ciò che resta dei 20 milioni di fondi pubblici per opere di ammodernamento degli impianti preesistenti sul Terminillo? Così facendo si creerebbe un gioiello sciistico a Pian de Valli  adiacente a valli con panorami incontaminati e mozzafiato che sono quelli che conosciamo oggi fino a Sella di Leonessa e oltre.  L’innevamento artificiale sarebbe concentrato in zone più ristrette con minore consumo di energia e spreco di acqua, sarebbe più contenuto e quindi meno costoso il mantenimento in funzione delle attività sciistiche. Si accrescerebbe  l’affluenza turistica destagionalizzata, variando tutte le attività da fare sulla montagna d’estate e d’inverno, ripensando a numerose opere di risanamento delle cattedrali del deserto, migliorando i servizi (la banda larga), favorendo il ripopolamento più stabile dei paesi pedemontani con specifici aiuti per i giovani residenti (incentivi fiscali per nuove cooperative sul Terminillo, aiuti per vere start -up sul Terminillo, con vera innovazione tecnologica unita ai saperi tradizionali).

Chiediamo alla Regione Lazio di prendere in considerazione il presente comunicato, se questo faraonico TSM2 verrà approvato in toto avrà effetti catastrofici per la nostra generazione, per quelle a venire, per il patrimonio di biodiversità e tanto altro.

GIU’ LE MANI DAL TERMINILLO: NO A QUESTO TSM2″

FridaysForFuture Rieti

TSM, svelato il bluff – La Regione Lazio chiede ora integrazioni ad un progetto che non c’è

IL CARTELLO DI 19 ASSOCIAZIONI

WWF Lazio, Club Alpino Italiano GR Lazio, Italia Nostra – Sabina e Reatino, LIPU-Birdlife Italia, FederTrek – Escursionismo  Ambiente, Salviamo l’Orso, ENPA – Ente Nazionale Protezione Animali, Salviamo il Paesaggio Rieti e Provincia, Altura Lazio, Mountain Wilderness Lazio, Postribù, Inachis Sez. Gabriele Casciani Rieti, Pro Natura Lazio, Orso and friends, Natour biowatching, Red Fox – Scuola di Natural Survival e Tracking,  La Lupus in Fabula,  G.U.F.I. Gruppo Unitario per le Foreste Italiane, GriG Gruppo di Intervento Giuridico.

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Con una notadel 6 Luglio us, l’Area Valutazione Impatto Ambientale (VIA) della Regione Lazio che dovrà rilasciare eventuale parere positivo ha chiesto ai proponenti del TSM2 alcune integrazioni ai materiali di progetto, integrazioni inerenti cinque aspetti che a prima vista non appaiono marginali. Li elenchiamo, affinché tutti sappiano e possano fare le loro considerazioni, mentre i sostenitori del TSM e i sindacati fanno pressing: descrizione dello stato dei luoghi ove sono presenti impianti e piste dismesse; analoga descrizione dei siti ove verranno realizzati i nuovi impianti, al fine di accertarne il grado di antropizzazione; quale sia il destino delle rocce e terre di scavo; rielaborazione dei dati nivologici utilizzando quelli più recenti; progetti dei bacini di raccolta delle acque per l’innevamento artificiale e l’indicazione delle sorgenti da captare per riempirli.

Bene si dirà, in un progetto così controverso (si rammenta, bocciato già due volte) la Regione Lazio vuole assumere una decisione consapevole e ponderata, e quindi ha necessità di conoscere bene le caratteristiche attuative e definitive del progetto.

Ma non è così, e la lettura della nota che danno le Associazioni Ambientaliste è molto differente; riteniamo queste richieste non solo scandalose, ma anche espressive del colpevole e tardivo smarrimento della Regione Lazio.

Veniamo ai fatti. Dopo la sospensione in sede di VIA del TSM1, avvenuta nel 2015, è stato aperto un tavolo tecnico tra Regione Lazio e promotori, tavolo finalizzato a superare le criticità del progetto e che ha lavorato dal 2015 al dicembre 2019, quando con trionfali squilli di tromba il nuovo TSM2 ha iniziato un nuovo iter di approvazione; è stato quindi pubblicato il TSM2, sono state presentate le osservazioni dal cartello delle Associazioni, sono state redatte le Controdeduzioni, scadute lo scorso 5 Giugno.

Sembrerebbe tutto pronto per la decisione finale, ma la recente nota regionale prolunga i giochi – o forse l’agonia – in modo inatteso, e qualche interrogativo è d’obbligo.

Soltanto ora la Regione Lazio si accorge di non conoscere dove e quali siano i vecchi impianti? Solo ora si accorge di non sapere dove verranno realizzati i nuovi impianti? Solo ora si accorge che le terre di scavo hanno incerto destino? Solo ora si accorge che gli studi meteorologici sono fasulli (basati su dati vecchi e presi da altri luoghi)? Solo ora si accorge che il TSM2 non ha considerato gli impatti del nuovo sistema idrico per l’innevamento?

Se è vero, come afferma la nota del 6 Luglio, che nel progetto del TSM2 mancano tutte queste informazioni, su quali basi, ad esempio, la Soprintendenza competente si è espressa positivamente in sede di Conferenza di Servizi dando il proprio nullaosta sul parere paesaggistico? E su quali basi l’Area Urbanistica della Regione Lazio ha dato parere favorevole già il 20 marzo scorso? E, soprattutto, su quali basi i cittadini sono stati invitati ad esprimersi attraverso le osservazioni, atteso che neppure la Regione Lazio – dotata di strutture e competenze tecniche che i cittadini è fisiologico non abbiano – è riuscita a capire lo stato attuale dei luoghi che verranno investiti dal TSM2?

Le considerazioni che le Associazioni traggono da questa ulteriore dimostrazione di superficialità amministrativa sono molto amare e pesanti.

Primo: vi sono strutture della amministrazione pubblica che prendono decisioni senza radicarle nelle normative e nella razionalità tecnica, in assenza di informazioni basilari. Non sta a noi indicare quali siano i criteri altri che informano queste decisioni, ma non possiamo dire di non intuirli.

Secondo: gli unici a conoscere veramente il progetto TSM2 sono le Associazioni Ambientaliste che hanno profuso energia, intelligenza e competenza per evidenziare le incommensurabili falle del TSM2 e dei suoi predecessori; abbiamo letto le carte, abbiamo verificato dati e studi economici, abbiamo esplorato e ponderato la normativa, abbiamo ricercato quello che negli elaborati progettuali era assente oppure sbagliato, siamo stati sui luoghi e ci siamo ben documentati. Quindi sappiamo bene cosa succederà – impatti ambientali devastanti – e cosa non succederà, ovvero che il TSM2 non sarà un’occasione di sviluppo ma un ennesimo modo di sprecare soldi pubblici senza creare né attività sul Terminillo né lavoro.

Terzo: siamo stati praticamente gli unici a presentare osservazioni (molte delle altre sono rituali endorsement), ma a tali osservazioni nessuno ha risposto, poiché le controdeduzioni rese pubbliche sono evasive e parlano d’altro. Comprensibile, sarebbe stato impossibile dimostrare l’indimostrabile, ovvero che il TSM2 è un progetto sostenibile e redditizio in questo periodo storico. Le controdeduzioni sono debolissime ed aprono la strada – lo abbiamo già detto – a ricorsi amministrativi. Ricorsi, va aggiunto, che non riguarderanno solo lo specifico delle (mancate) controdeduzioni, ma cui chiederemo di far luce sui modi in cui i soldi pubblici sono stati spesi (ad esempio vorremmo sapere quante volte e perché sia stato pagato un progetto ripetutamente bocciato; poi chiarire la correttezza o meno delle spese già sostenute per ammodernare impianti, oppure dell’intreccio pubblico-privato alla base del progetto), ma anche quanto sia costato alla collettività un tavolo tecnico regionale che per oltre quattro anni ha impegnato il tempo e le energie (stipendiate) di dirigenti e funzionari, pervenendo all’invidiabile risultato di non sapere ad oggi neppure quali siano i luoghi trasformati dai nuovi impianti e quale sia il loro grado di antropizzazione.

IN DIFESA DEL TERMINILLO RACCOLTE oltre 15.000 FIRME

IL CARTELLO DI 19 ASSOCIAZIONI

WWF Lazio, Club Alpino Italiano GR Lazio, Italia Nostra – Sabina e Reatino, LIPU-Birdlife Italia, FederTrek – Escursionismo  Ambiente, Salviamo l’Orso, ENPA – Ente Nazionale Protezione Animali, Salviamo il Paesaggio Rieti e Provincia, Altura Lazio, Mountain Wilderness Lazio, Postribù, Inachis Sez. Gabriele Casciani Rieti, Pro Natura Lazio, Orso and friends, Natour biowatching, Red Fox – Scuola di Natural Survival e Tracking,  La Lupus in Fabula,  G.U.F.I. Gruppo Unitario per le Foreste Italiane, GriG Gruppo di Intervento Giuridico.

Rieti 6 luglio 2020

IN DIFESA DEL TERMINILLO RACCOLTE oltre 15.000 FIRME

19 Associazioni consegnano alla Regione Lazio i risultati della petizione

Raccolte in un mese ben oltre 15.000 firme per salvare il Monte Terminillo da un faraonico progetto di ampliamento sciistico quando è ormai un dato certo che nevica sempre meno, si registrano sempre più temperature elevate e il massiccio reatino è più apprezzato da un turismo green attento alla dimensione naturale che custodisce. Lo si vede dai tantissimi turisti che, anche in queste settimane, hanno preferito Il Terminillo come meta per passare le vacanze o il tempo libero all’aria aperta. Dai primi di giugno innumerevoli appassionati e villeggianti hanno preferito il Terminillo ad altre mete dell’Italia Centrale, anche solo per una giornata o un weekend.

E’ tempo di riprogettare la montagna, scrivono le riviste di sport in quota, e avvertono: la crisi climatica sta mettendo in crisi lo sci nelle Prealpi e nelle Alpi stesse. Ma allora: il piccolo massiccio del Monte Terminillo è situato in un altro pianeta ed è caratterizzato da un altro clima? E mentre “Viaggiarenews” intitola “Terminillo, da regina delle nevi a paradiso del trekking” snocciolando tutte le bellezze naturalistiche del monte riscoperto da un turismo estivo, gli stessi nuovi frequentatori del Terminillo si innamorano del valore aggiunto di  scenari mozzafiato mentre si svolgono attività all’aria aperta per tutti e per tutte le età.

Molti si domandano se questo appeal anche emozionale del Terminillo potrà più essere così attrattivo e unico se venisse realzzato il progetto di ampliamento sciistico TSM (Terminillo Stazione Montana). L’esito appare a tutti chiaro: si consegna la montagna alla monocultura dello sci da discesa invadendo la Vallonina e la sua faggeta secolare con nuove funivie per il collegamento tra le valli, grazie e solo perché c’è un finanziamento pubblico di 20 milioni di euro, quando ne servirebbero 50 (e presumibilmente molti di più), da spendere in fretta prima che la neve si sciolga al sole. Questa ingente somma, forse mai caduta ultimamente sulla Montagna del Reatino, è destinata non certo al restyling di una stazione turistica di montagna che versa da tre decenni in progressivo abbandono; ma ad un ambizioso progetto, agli impianti a fune e ai lavori ad esso collegati, a quote e ad esposizioni non certo adatte allo sci di pista.

Cosa rimarrà, dunque, del Terminillo se questo progetto, dannoso e fallimentare in partenza, verrà approvato dalla Regione Lazio? Se lo chiedono i tanti turisti che stanno apprezzando questo contesto naturalistico unico nel suo genere. Se lo chiedono le Associazioni ed i firmatari della petizione uniti nella difesa del Terminillo come luogo simbolo. Cresce il numero delle associazioni che sostengono la contrarietà al progetto, hanno da poco chiesto di far parte del cartello anche “Lupus in Fabula”,  “Gruppo di intervento giuridico onlus” e “Natour biowatching”, oltre alle altre che hanno già aderito come la LIPU.

Di recente una rappresentanza delle 19 associazioni è andata sui luoghi più nevralgici del Terminillo interessati al mega ampliamento, così da osservare direttamente cosa tocca il progetto che molti non conoscono nel merito. Lì hanno strotolato i loro striscioni come testimonianza della forte convinzione del NO: Bosco di Vallonina, Jaccio Crudele, Sella di Leonessa, Valle della Meta, fino ad arrivare agli impianti di Campo Stella e a Sella di Cantalice

La Regione Lazio darà il suo parere presumibilmente a Settembre e in attesa del verdetto finale ci si augura che cresca in molti il buon senso per consegnare con coraggio il Terminillo ad un futuro solido, ad uno sviluppo autenticamente sostenibile da consegnare alle prossime generazioni, ad una sintesi di proposte che facciano vivere la montagna tutto l’anno, ma valorizzando le sue peculiarità, tutelando le sue risorse naturali, riconoscendone la sua vocazione legata al benessere e migliorando l’offerta turistica e dei servizi.

Ci aspettiamo una nuova alba sul Terminillo, con un’economia montana basata sulla solidarietà cooperativa e su una gestione comunitaria dei beni, con forme socialmente innovative di  cooperative di comunità. Come hanno scritto alcuni, le montagne “formate da vecchi e nuovi montanari, produttori e al tempo stesso fruitori di beni e servizi (tra cui la tanto richiesta banda larga in montagna), riescono a rivitalizzare paesi destinati a morire. Anche se non c’è più la montagna di una volta, c’è ancora bisogno di un’economia che faccia vivere la montagna” (cit. Associazione Dislivelli). Un investimento del genere, sull’Appennino, è sconsiderato”, commenta con un sospiro Luca Mercalli, Presidente della Società Meteorologica Italiana, un climatologo specializzato proprio nello studio di nevi e ghiacci. “Consideriamo, poi, che stiamo parlando di Appennini: è una catena montuosa esposta, il rischio di mancanza di neve cresce, e anche in questo caso parliamo di dati scientifici”. Il CNR l’ha confermato: negli ultimi 5 anni sull’Appennino la neve bisognava cercarla. E sul Terminillo l’anno scorso si è sciato pochissimo, proprio a causa della mancanza di manto nevoso. “Il calo delle precipitazioni e, poi, della durata della neve sono inequivocabili. E’ inutile e dannoso inseguire progetti che nascono già vecchi, fuori dal tempo. Perché hanno bisogno di freddo e di neve, che non ci sono più”, spiega Mercalli. (https://estremeconseguenze.it/2020/06/29/il-terminillo-da-salvare/amp/).