“Nel 1979 venivamo qui per fare palestra di ghiaccio, oggi invece si vedono le rocce”. Luca Argentero, guida alpina di Courmayeur, racconta con un po’ di malinconia un passato neanche troppo lontano. Siamo al ghiacciaio Lex Blanche, in val Veny, una delle valli laterali del Monte Bianco, sul versante italiano. Un fenomeno, quello del ritiro dei ghiacciai, che riguarda l’intero massiccio ed è particolarmente evidente anche in val Ferret. Il suono dell’acqua, il suo scorrere lento ma continuo, quelle rocce fino a pochi anni fa ricoperte di ghiaccio ed ora ben visibili: sono queste le immagini principali che restituisce un viaggio sul gigante delle Alpi. Ma non è certo solo una questione sentimentale. “Il ritiro dei ghiacciai, le temperature più elevate – racconta Mario Ravello, guida alpina e geologo – , sono fattori che incidono anche nella stabilità della massa rocciosa rendendo oggi la montagna più pericolosa”. E ciò che vediamo oggi potrebbe ancora peggiorare. “L’effetto sui ghiacciai delle condizioni climatiche attuali – continua Ravello -, con estati calde e inverni poco nevosi, si vedranno tra una quindicina d’anni”.
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VIDEO REPORTAGE: Monte Terminillo, TSM2 quale futuro?
Il progetto prevede un investimento di 50 milioni di euro. La Regione finanzierebbe a fondo perduto il progetto con un contributo di 20 milioni di euro
Rimane da reperire a carico del Consorzio la maggior parte della copertura 30 milioni di euro.
I proponenti del progetto TSM2 dichiarano che l’iniziativa è in grado di auto finanziarsi
E a sostegno di questa affermazione hanno presentato un piano economico finanziario temerario che se si realizzasse farebbe del Terminillo il leader indiscusso a livello nazionale per crescita e redditività tra le Società gestrici di impianti
Infatti secondo i proponenti nella prima stagione (2021/2022) con nuovi impianti non completati:
Inoltre:
Siamo nel campo della Fanta-economia.
L’iniziativa comporta seri rischi finanziari e di default per gli aderenti al Consorzio, generando nel periodo (2020-2030) uno sbilancio finanziario di 40 milioni di euro.
Il progetto nasce con una vocazione alla sopravvivenza di breve periodo all’interno di una filosofia di economia assistita
Il territorio invece ha bisogno di una solida programmazione dello sviluppo, che valorizzi le eccellenze del territorio attraverso una rete di iniziative, piuttosto che puntare su investimenti isolati peraltro concentrati su iniziative fallimentari.
È questa una politica, tra l’altro finanziata da denari pubblici, che non promuove lo sviluppo e genera debito a carico dei cittadini, ma ancor più grave drena e priva il territorio di risorse che andrebbero indirizzate a iniziative in grado di generare valore.
Siamo a Vostra disposizione per un confronto, in qualsiasi sede, basato non su narrazioni irreali e fantasiose ma su analisi e considerazioni rigorose di ordine tecnico.
di Ilaria Blangetti e Francesco Doglio
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