Leonessa – Terminillo: i soldi per la messa in sicurezza della strada SP10 (panoramica) ci sono, ma nessuno lo sa

Foto: Uniti per Leonessa ©

È andato in onda l’ulteriore atto, temiamo non sia l’ultimo, della deprimente rappresentazione della scarsa capacità della nostra classe politica locale a tutti i livelli.

C’è chi organizza sit-in e c’è chi come il Presidente della provincia di Rieti afferma che i soldi ci sono sì, ma non si possono spendere, perché bisogna attendere la progettazione esecutiva del TSM2.

IL TSM2 non prevede la messa in sicurezza della strada, pertanto non c’è nessun nesso tra messa in sicurezza e avanzamento del TSM2.

In realtà i soldi per la strada ci sono e sono ricompresi nell’ordinanza n. 64 del 6 settembre 2018 firmata dal Commissario Straordinario del Governo Ricostruzione Sisma 2016, e la cosa incredibile è che la Provincia, nell’ambito dell’iter del progetto del TSM2, ha affermato in documenti ufficiali di essere a conoscenza dell’esistenza di tali fondi e che saranno quelli usati per garantire la messa in sicurezza di cui beneficerà il TSM

Peraltro, al riguardo, il presidente della provincia dovrebbe spiegare come, in assenza della progettazione esecutiva del TSM2, si siano potuti invece erogare quasi 8 milioni per realizzare tra l’altro i due impianti di risalita di Leonessa.

Sono trascorsi tre anni e i soldi giacciono tranquilli in attesa di essere spesi. Invece di lanciare grida di dolore e organizzare sit-in di protesta sarebbe stato più produttivo mettere in atto tutte quelle azioni che probabilmente avrebbero portato a soluzione il problema, tempo ce n’era.

Magari questo territorio si merita una classe dirigente con maggiore competenza e attenzione, per non dimenticarsi di avere a disposizione le risorse per risolvere i problemi del territorio.

Il lamento del ghiacciaio: viaggio sul massiccio del Monte Bianco dove le rocce si sgretolano e il ghiaccio diventa acqua

“Nel 1979 venivamo qui per fare palestra di ghiaccio, oggi invece si vedono le rocce”. Luca Argentero, guida alpina di Courmayeur, racconta con un po’ di malinconia un passato neanche troppo lontano. Siamo al ghiacciaio Lex Blanche, in val Veny, una delle valli laterali del Monte Bianco, sul versante italiano. Un fenomeno, quello del ritiro dei ghiacciai, che riguarda l’intero massiccio ed è particolarmente evidente anche in val Ferret. Il suono dell’acqua, il suo scorrere lento ma continuo, quelle rocce fino a pochi anni fa ricoperte di ghiaccio ed ora ben visibili: sono queste le immagini principali che restituisce un viaggio sul gigante delle Alpi. Ma non è certo solo una questione sentimentale. “Il ritiro dei ghiacciai, le temperature più elevate – racconta Mario Ravello, guida alpina e geologo – , sono fattori che incidono anche nella stabilità della massa rocciosa rendendo oggi la montagna più pericolosa”. E ciò che vediamo oggi potrebbe ancora peggiorare. “L’effetto sui ghiacciai delle condizioni climatiche attuali – continua Ravello -, con estati calde e inverni poco nevosi, si vedranno tra una quindicina d’anni”.

di Ilaria Blangetti e Francesco Doglio

TSM2: UNA VERNICIATA DI VERDE – FACT CHECKING

In questi giorni si cerca di fare ampio uso di vernice verde per abbellire il TSM, in molti festeggiano una VINCA come se fosse una vittoria, ma presenta il taglio del nuovo impianto di Sella di Cantalice e forti prescrizioni sul resto.

Rispondiamo si seguito a questi maldestri tentativi apparsi sui social.

LE ANTROPIZZAZIONI:

Strada provinciale turistica del terminillo collega Pian de Valli a Campo Stella, in inverno la strada è sempre chiusa e il collegamento avverra’ con piste ed impianti a fune realizzati grazie all approvzione di tsm2.

Strada provinciale: Strada storica che collega Leonessa con Rieti. La strada viene chiusa d’inverno perché non ha visto interventi di manutenzione da tempo. Per questo stesso motivo la strada ha raggiunto un equilibrio con la foresta che la circonda in termini di copertura vegetazionale della volta della faggeta. Gli interventi andranno a rompere questo importante equilibrio.

“Elettrodotto di media tensione che da pian de Valli arriva a fonte nova alta, viene interrato lungo la strada, lasciando libero il territorio che RIUTILIZZIAMO realizzando piste e impianti di Tsm2 nel sedime.”

L’elettrodotto interessa solo 300 m di Faggeta sull’estensione lineare (non considerando le molteplici curve) di 3.600 m di interventi nella Faggeta Vallonina e sui quei 300 m sarà realizzato comunque un impianto a fune, annullando il beneficio dell’interramento, andando comunque a contrastare i livelli di tutela della ZPS considerando i cantieri, la fase di esercizio e la manutenzione.

“Vari impianti di risalita obsoleti, posti nelle zone dei cinque confini , monte terminilluccio, monte terminilletto, Cardito, Fonte Nova, Campo Stella, Monte Tilia, sella leonessa, verranno rimossi e le aree RISANATE.

GLI IMPIANTI SONO: conetto, prato fiorito, anello, parti della est, parti di colle scampetti, Sebastiani, fonte nova, campo scuola, nord, parti della colle di mezzo, sciovia monte tilia e manovia monte tilia, e parti di vecchi impianti dislocati dappertutto.”

Impianti non rimossi a fine vita il cui onere di “smaltimento” è da attribuire ai vecchi proprietari così come il degrado paesaggistico. Sono comunque residui ferrosi ormai riconquistati dalla vegetazione che verranno rimossi garantendo nuovi interventi in aree prive di impianti che non potranno che avere un impatto estremamente maggiore di quanto si andrà a togliere, anche perché molti non sono posti in Faggeta. Non considerando che Conetto, Cardito nord e, in parte, Prato fiorito saranno ricostruiti accanto ai vecchi impianti.

“Manufatti edili, lungo tutta la Vallonina, LOTTIZZAZIONE DI FONTE NOVA con ostelli, albergo, campi da tennis, calcetto, un alberghetto, residences, varie ville, strade di lottizzazione, urbanizzazioni prioritarie, ecc.”

Aree poco frequentate e concentrate spazialmente (costruite quando la tutela non era sufficiente), in equilibrio con la foresta che la circonda in termini di copertura vegetazionale della volta della faggeta (facile da verificare attraverso Google Earth). In Vallonina tra quota 1500 metri e la Sella di Leonessa (a 1900 metri) non sono presenti edifici. Le previsioni di fantamigliaia di frequentatori romperanno il suddetto equilibrio

“Pista di sci di fondo in tutta la Vallonina, valle della meta e le scangive per diversi chilometri.”

Attività che non prevedono rimodellamento del suolo e variazione della copertura della faggeta, ma si adattano al contesto naturale.

“20 fasce e tagliate dove hanno impiantato le teleferiche per esbosco e sono ben visibili sul luogo e da Google Heart.”

Interventi regolarmente autorizzati nella sicurezza del veloce recupero della funzionalità ecologica. Una perturbazione ecologica non può diventare la scusa per peggiorare la situazione.

“Opere di jaccio, paravalanghe e paramassi,”

Opere, queste si, di rilevante interesse pubblico per garantire la sicurezza della strada

“Strade forestali, stradine di servizio all elettrodotto, all’ acquedotto, ecc.ecc.ecc.”

Opere, queste si, di rilevante interesse pubblico per garantire la sicurezza della strada. Interventi di lieve entità e utilizzati solo per manutenzione ed emergenze.

“Sulla zona di prato comune i residences Rialto 1 e 2, ex area arca con manufatti in degrado, rifugio e fontanile comunale, opere dell acquedotto, rifugio Sebastiani, varie strade di accesso ai pali e tralicci elettrodotto, vecchie scarpate mai rinverdite, 12 cabine elettriche, strada per monte elefante con tanto di sbarra, strada per micigliano con tanto di sbarra, strada per monte porcini e maiolica con tanto di sbarra, infinite aree parcheggio da la malga a fonte della pietra.”

Nessuno di questi interventi interessa il Bosco della Vallonina. Quelli citati si annoverano tra gli scempi del passato

“Antropizzazione evidenti, chiunque le vede, la verità salta agli OCCHI. TSM2 È STATO ELABORATO NEL RISPETTO DELLA norma del DM (Pecoraro Scanio) del 17 ottobre del 2007 art 5 lettera M, RICHIAMATA IN QUESTI GIORNI DA TUTTI gli oppositori.”

La verniciata di VERDE non soddisfa gli OCCHI quando comunque dovrebbe soddisfare la MENTE, così come non soddisfa la coerenza con la norma palesemente elusa.

“Essendo la zona antropizzata disturbi ulteriori non ce ne sono, per cui il progetto è semplicemente a norma di legge e corretto. Ad maiora”

Chiunque capirebbe che se creo un collegamento ove ora non c’è, e che questo collegamento sarà utilizzato dai fantamilioni di sciatori, promessi dai proponenti, di disturbi ce ne saranno, eccome.

Inoltre, il tanto decantato RIMBOSCHIMENTO, definito da qualcuno come “prendo gli alberi e li ripianto da un’altra parte” viene realizzato con la messa a dimora di piante giovani, che ricostituiranno il valore ecologico perso tra decenni.

SALVIAMO IL BOSCO DELLA VALLONINA ANCHE DALLE FAKE NEWS

Fonte: https://www.facebook.com/fabio.orlandiarchitetto/posts/3651148321642342 (14/01/2021 00:13)

TSM: il 2021 sancirà l’insostenibilità economica e ambientale del progetto. Si vada verso il riconoscimento del reale valore del Terminillo.

All’alba del 2021, l’annuncio del parere dell’Area Valutazione d’Incidenza della Regione Lazio al Piano di interventi denominato Terminillo Stazione Montana ha fatto brindare tutti i promotori del TSM al successo, in una rincorsa a prendersi il merito di un’autorizzazione che ancora non c’è.

Un parere pubblicato tra spumanti e panettoni, ma che presenta molti passaggi incomprensibili e inaccettabili, primo fra tutti la mancata firma del Dirigente dell’Area Vinca. Il documento è oltretutto debole in molti punti e con aspetti dichiaratamente non valutati aprendo così la possibilità di distruggere svariati ettari di faggeta in Vallonina, in parte tutelati anche dalla Rete Natura 2000, contraddicendo i pareri del 2010 e del 2015 con i quali la stessa Area Vinca aveva bocciato il progetto nella sua interezza.

Come associazioni che seguono da anni il procedimento di VIA, anche con diverse proposte che avrebbero da tempo consentito lo sblocco dei fondi regionali a favore di un rilancio sostenibile per il Terminillo, abbiamo di conseguenza presentato formale diffida agli organi competenti a concludere il procedimento con pareri privi di validità o non ancora acquisiti e senza tenere conto dell’annullamento del Piano Paesistico della Regione Lazio, ad opera della Corte Costituzionale pochi mesi fa, e di numerose autorizzazioni invalidate dall’evoluzione della normativa nei sei anni del procedimento.

L’unica buona notizia che accogliamo favorevolmente è quella del riconoscimento dell’impatto estensivo sulla faggeta, come già evidenziato dalle nostre osservazioni, che ha portato al parere negativo sul collegamento tra la Sella di Cantalice e gli impianti di Campo Stella in Vall’Organo con numerose prescrizioni sugli interventi rimanenti.

Il riconoscimento del valore estensivo delle faggete e dell’annullamento di un Piano Paesistico, che è stato bocciato proprio per la mancanza di una sufficiente tutela delle “Terre Alte” dalle speculazioni legate all’ampliamento degli impianti sciistici, riteniamo non potrà che portare ad ulteriori pareri negativi in sede di valutazione finale della compatibilità ambientale.

Se così non sarà, le associazioni sono pronte a ricorrere, nelle sedi appropriate, contro ogni atto che possa minare la tutela dei beni ambientali e comuni del territorio del comprensorio del Terminillo.

Un futuro migliore per il Terminillo è possibile. La saturazione del mercato dello sci da discesa nelle poche stazioni ad alta quota rimaste sta spingendo verso la diversificazione del business della montagna con un coinvolgimento sempre più intenso del tessuto dei centri in rete sul territorio. Ce lo ha dimostrato l’assalto che abbiamo visto nella fase Covid, ad impianti fermi, con centinaia di persone alla ricerca di natura, buon mangiare e benessere. Ma bisogna essere pronti ad accogliere queste nuove opportunità con servizi e strategie adeguate.

Infine la petizione consegnata in regione Lazio con 15.000 firme (luglio 2020) e oggi a quota 17.000 è stata rilanciata. Invitiamo tutti ad aderire perché ognuno di noi possa salvare il bosco della Vallonina.

www.change.org/p/regione-lazio-salviamo-terminillo-fermiamo-un-progetto-inutile-e-dannoso-notsm

I proponenti del TSM continuano stoicamente a raccontare una storia a cui è difficile credere.

La replica al nostro comunicato sulla Fabbrica dei debiti, è arrivata su il messaggero con un articolo “Rieti, Terminillo: Tsm, impianti ai massimi livelli nell’Appennino” https://www.ilmessaggero.it/rieti/rieti_terminillo_tsm_progetto-5367758.html

Ma ancora pare che sia difficile leggere i numeri https://www.ilmessaggero.it/rieti/rieti_terminillo_tsm_progetto-5369342.html

I proponenti del TSM2 continuano stoicamente a raccontare una storia a cui è difficile credere.

La ricapitolo sinteticamente, il nuovo comprensorio:

  1. Diviene il primo comprensorio dopo Roccaraso nella stagione 2021/2022, la prima stagione con innevamento artificiale e con impianti ancora non completati. Nella prima stagione 2020/2021 senza nuovi impianti e senza innevamento si limita a fare “solo” 100.000 presenze in più rispetto allo storico (!!)
  2. Raggiunge nella stessa stagione 280.000 presenze e poco meno del 30% di quota del mercato di riferimento (Roccaraso, Campofelice, Ovindoli) partendo da un posizionamento marginale (3/4%)
  3. Distacca, sempre nel 2021/2022 Campofelice di circa 100.000 presenze
  4. Nel 2021 fattura 5 milioni e supera agevolmente sia Campo Felice che Ovindoli

Apprezziamo la grande passione dei proponenti il TSM che permette loro di credere nell’impossibile, per contro  chiedo ai cittadini e alle Istituzioni che si apprestano a concedere contributi pubblici all’iniziativa se si può dar credito a questo racconto.

Auspichiamo che si possa organizzare un confronto pubblico sui numeri e sui dati.

Progetto Terminillo Stazione Montana atto II. Ancora disinformazione e attacchi risibili al cartello ambientalista

“I falsi argomenti usati dal fronte del no” su il Messaggero https://www.ilmessaggero.it/rieti/rieti_terminillo_tsm_sci-5282349.html

Vola la petizione, lanciata dal CAI di Leonessa e da tutto il cartello delle Associazioni in difesa del Terminillo, contraria al progetto TSM, inutile e dannoso: in meno di una settimana è arrivata a 10.000 firme. Già bocciato due volte dai valutatori della Regione Lazio, ha assunto il ruolo di “caso limite” di speculazione sulla piccola montagna appenninica diventando un caso di interesse nazionale.

Mentre aumenta il numero di associazioni che chiedono di partecipare alla causa, giunte ad essere 13, si intensifica il processo di disinformazione con attacchi infondati e risibili nei confronti delle ragioni del NOTSM, a riprova che i sostenitori di TSM2 non hanno argomenti, non hanno letto il progetto o lo hanno letto in modo “distratto” fidandosi ciecamente dei pareri entusiastici dell’ente proponente, la Provincia di Rieti, e dei comunicati prodotti da politici, sindacati e diverse, quanto variegate, associazioni di categoria.

Tutto ciò emerge proprio quando i sostenitori del TSM tentano di entrare nel merito, apportando affermazioni totalmente false, ignare della materia o fuorvianti, solo per gettare discredito e inattendibilità  sul cartello ambientalista.

In particolare leggiamo con meraviglia le posizioni risibili del Direttore della Scuola di Sci del Terminillo, Simone Munalli, già consigliere comunale a Rieti per 5 anni con delega per il Terminillo, il quale avrebbe potuto fare molto per equilibrare le diverse posizioni e trovare una sintesi di partenza più condivisa, prima di questa presentazione di un ennesimo progetto sbagliato, il TSM2. Cosa che non è mai accaduta.

Ci riferiamo al recente articolo pubblicato su “Il Messaggero”, a firma di Giacomo Cavoli, dal titolo “I falsi argomenti usati dal fronte del no”. Intervenendo in maniera fantasiosa sul tema dei faggi e sul tema dell’acqua necessaria per l’innevamento artificiale. Mette in bocca agli ambientalisti affermazioni false e confonde le argomentazioni, dimostrando scarsa competenza in materia. Munalli, stando almeno all’articolo suddetto, palesa una lettura distorta e contorta delle Osservazioni che le Associazioni hanno prodotto e inviato alla Regione Lazio in merito alla Valutazione di Impatto Ambientale.

Confonde, per localizzazione e gravità, il taglio dei 17 ettari della faggeta della Vallonina (per una superficie pari a 7 volte Piazza S. Pietro) con un taglio in corso, con regolare progetto approvato dalla Regione Lazio, nella zona Arca – Micigliano. Il Bosco della Vallonina è riconosciuto dall’Europa come zona di alto pregio da proteggere (ora Zona Speciale di Conservazione) e, se si danneggiasse, si incorrerebbe a una pesante procedura d’infrazione con sanzioni molto salate.

Confonde lucciole per lanterne il maestro di sci, equiparando il taglio massiccio di boschi vetusti e di pregio, per farne ampie piste da sci, con il taglio forestale ordinario di manutenzione del bosco, per di più in altra area del Terminillo che non è la Vallonina. Quei faggi nella Vallonina sono un habitat che ha meritato la tutela in maniera prioritaria dalla Unione Europea. Gli interventi di avviamento ad alto fusto previsti comportano dei tagli, ma sono finalizzati alla conservazione del bosco stesso, non per fare piste di sci. Gli interventi del progetto TSM2 sono tagli a raso ed hanno l’obiettivo di non far nascere più i faggi nell’area tagliata.

Per quanto riguarda l’innevamento artificiale – punto dolente del Progetto TSM poiché ha dei costi esorbitanti e non si capisce ancora chi lo dovrebbe sostenere – Munalli afferma che basterà che piova e che nevichi da fine marzo a fine novembre: i due bacini “di 50 metri cubi d’acqua l’uno” (sic) potranno soddisfare tutte le necessità per la raccolta idrica necessaria all’innevamento programmato, dichiara. A ciò si aggiunge quella del bacino già esistente. Insomma, perché pensare che si dovrà ricorrere a usare quella dell’acquedotto, sottolinea Munalli?

In realtà Munalli pensa che bastino due nuove vasche da cantiere da 50 mc, di cui non ne conosce neanche le reali misure. Il progetto prevede sì 2 bacini ma di ben più ampia dimensione, uno (VALL’ORGANO) da 66.000 mc ed uno (MICIGLIANO-PRATO COMUNE) da 70.000 mc, per un totale di 136.000 mc, che possono essere caricati in 110 giorni, assicurando al massimo 2 interventi di innevamento artificiale l’anno su tutte le superfici del progetto!

Tutto ciò non è sostenibile né tecnicamente, né ambientalmente, né economicamente, né assicurerà al Terminillo un futuro per le prossime generazioni.

Conforta, al contrario, leggere le recenti posizioni in linea con gli orientamenti europei di sostenibilità ambientale integrata e attenzione ecologica da parte del MIBACT. Nell’atto di indirizzo concernente l’individuazione delle priorità politiche da realizzare nell’anno 2020 e per il triennio 2020-2022, sul tema turismo si precisa che massima attenzione sarà data “all’attuazione efficace di tutte le misure previste per il settore” purché gli obiettivi del rilancio in Italia del turismo siano raggiunti “tramite una sempre maggiore integrazione tra turismo e patrimonio culturale, allo scopo altresì di valorizzare i borghi, le aree interne, i cammini e gli itinerari culturali”.

Insomma, non è la monocultura dello sci che farà il rilancio del turismo dei territori.