TSM: il 2021 sancirà l’insostenibilità economica e ambientale del progetto. Si vada verso il riconoscimento del reale valore del Terminillo.

All’alba del 2021, l’annuncio del parere dell’Area Valutazione d’Incidenza della Regione Lazio al Piano di interventi denominato Terminillo Stazione Montana ha fatto brindare tutti i promotori del TSM al successo, in una rincorsa a prendersi il merito di un’autorizzazione che ancora non c’è.

Un parere pubblicato tra spumanti e panettoni, ma che presenta molti passaggi incomprensibili e inaccettabili, primo fra tutti la mancata firma del Dirigente dell’Area Vinca. Il documento è oltretutto debole in molti punti e con aspetti dichiaratamente non valutati aprendo così la possibilità di distruggere svariati ettari di faggeta in Vallonina, in parte tutelati anche dalla Rete Natura 2000, contraddicendo i pareri del 2010 e del 2015 con i quali la stessa Area Vinca aveva bocciato il progetto nella sua interezza.

Come associazioni che seguono da anni il procedimento di VIA, anche con diverse proposte che avrebbero da tempo consentito lo sblocco dei fondi regionali a favore di un rilancio sostenibile per il Terminillo, abbiamo di conseguenza presentato formale diffida agli organi competenti a concludere il procedimento con pareri privi di validità o non ancora acquisiti e senza tenere conto dell’annullamento del Piano Paesistico della Regione Lazio, ad opera della Corte Costituzionale pochi mesi fa, e di numerose autorizzazioni invalidate dall’evoluzione della normativa nei sei anni del procedimento.

L’unica buona notizia che accogliamo favorevolmente è quella del riconoscimento dell’impatto estensivo sulla faggeta, come già evidenziato dalle nostre osservazioni, che ha portato al parere negativo sul collegamento tra la Sella di Cantalice e gli impianti di Campo Stella in Vall’Organo con numerose prescrizioni sugli interventi rimanenti.

Il riconoscimento del valore estensivo delle faggete e dell’annullamento di un Piano Paesistico, che è stato bocciato proprio per la mancanza di una sufficiente tutela delle “Terre Alte” dalle speculazioni legate all’ampliamento degli impianti sciistici, riteniamo non potrà che portare ad ulteriori pareri negativi in sede di valutazione finale della compatibilità ambientale.

Se così non sarà, le associazioni sono pronte a ricorrere, nelle sedi appropriate, contro ogni atto che possa minare la tutela dei beni ambientali e comuni del territorio del comprensorio del Terminillo.

Un futuro migliore per il Terminillo è possibile. La saturazione del mercato dello sci da discesa nelle poche stazioni ad alta quota rimaste sta spingendo verso la diversificazione del business della montagna con un coinvolgimento sempre più intenso del tessuto dei centri in rete sul territorio. Ce lo ha dimostrato l’assalto che abbiamo visto nella fase Covid, ad impianti fermi, con centinaia di persone alla ricerca di natura, buon mangiare e benessere. Ma bisogna essere pronti ad accogliere queste nuove opportunità con servizi e strategie adeguate.

Infine la petizione consegnata in regione Lazio con 15.000 firme (luglio 2020) e oggi a quota 17.000 è stata rilanciata. Invitiamo tutti ad aderire perché ognuno di noi possa salvare il bosco della Vallonina.

www.change.org/p/regione-lazio-salviamo-terminillo-fermiamo-un-progetto-inutile-e-dannoso-notsm