Il TSM inciampa sugli Usi Civici

In data 20 marzo 2021 il presidente della Provincia di Rieti, Mariano Calisse, in un’intervista rilasciata per il Messaggero, aveva reso pubblico che la Provincia di Rieti era pronta a chiudere la Conferenza dei Servizi per procedere con il completamento dell’iter di approvazione del progetto TSM2. In particolare aveva fatto riferimento alla necessità di “limare” la questione relativa agli Usi Civici e all’ottenimento delle relative autorizzazioni al mutamento di destinazione d’uso dei terreni interessati dalla realizzazione degli impianti. 

E’ notizia di poche ore fa che la Direzione Regionale Agricoltura della Filiera e della Cultura del Cibo Caccia e Pesca – Area “Legislativa e Usi Civici” ha risposto al sollecito fatto dalla Provincia – che chiedeva il rilascio delle autorizzazioni entro il 5 aprile – che tale richiesta è “priva di riscontro giuridico procedurale”.

Nel 2017 il quadro normativo e giurisprudenziale è totalmente mutato, per effetto della legge 168/2017 e della sentenza della Corte costituzionale 113/2018, portando alla condizione per cui all’autorizzazione al mutamento di destinazione d’uso del dominio collettivo (usi civici) concorrano anche le Soprintendenze e il Ministero della Cultura.

La Direzione Regionale deputata agli Usi Civici rileva pertanto l’inadeguatezza della procedura adottata ed il mancato coinvolgimento di tutti gli enti competenti in materia, sollecitando un incontro con il RUP della Provincia di Rieti per la Conferenza dei Servizi “al fine di chiarire le questioni sopra evidenziate e concordare modalità operative condivise”. Questioni non di poco conto, in quanto l’autorizzazione del mutamento alla destinazione d’uso dei beni collettivi, rappresenta un presupposto all’apertura della Conferenza dei Servizi, invalidando tutti i pareri e le autorizzazioni già emesse tra cui troviamo anche il parere di compatibilità ambientale della VIA e della VINCA.

Se non viene sciolto questo nodo, andrebbero a mancare le fondamenta del progetto, ovvero la possibilità di intervenire su una buona porzione delle aree interessate dagli interventi, in particolare il collegamento nella Vallonina. Il TSM si sta configurando come un progetto mandato in autorizzazione senza avere la disponibilità delle aree di intervento, come se un privato avesse presentato il progetto di una casa su un terreno non suo.

Grazie alla approfondita analisi condotta dai componenti della Balia dal Collare per portare alla luce tali carenze, con il supporto dell’associazione Salviamo l’Orso e insieme all’intero cartello delle associazioni NOTSM, possiamo dire che finalmente le argomentazioni proposte in merito ad irregolarità nel processo di autorizzazione del TSM hanno trovato riscontro.

Questo è avvenuto nonostante molte volte siamo stati additati come persone che parlavano senza cognizione di causa e senza conoscere il territorio. I fatti dimostrano esattamente il contrario e pretendiamo che vengano rispettate le corrette procedure che tengano conto della legalità e della trasparenza amministrativa.

Balia Dal Collare

Salviamo L’Orso

Associazioni #NoTSM